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L’affermazione più radicale di Umberto Galimberti sull’amore
[…] nella nostra epoca l’amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d’amore, ciò che si cerca non è l’altro, ma, attraverso l’altro, la realizzazione di sé. (Le cose dell’amore, 2004, pag.11)
trova forse una risposta chiarificatrice nel suo maestro Karl Jaspers. Ricorrere a Jaspers è indispensabile, per impedire che quell’idea di una realizzazione di sé venga intesa come affermazione contestuale della marginalità della ricerca dell’altro!
«[…] Questo processo del diventar-reale inteso come diventar-manifesto non si compie nell’esistenza isolata, ma solo con l’altro. Come singolo, io non sono né manifesto né reale. Il processo del manifestarsi nella comunicazione è una lotta unica nel suo genere, una lotta che è, ad un tempo, amore.
3. Lotta amorosa. Come amore, questa comunicazione non è l’amore cieco e indifferente nei riguardi dell’oggetto a cui si volge, ma è l’amore che lotta e che vede con chiarezza. E’ un amore che problematizza, che crea difficoltà, che ha delle esigenze, che, da un’esistenza possibile, coglie un’altra esistenza possibile.
Questa lotta è la lotta del singolo per l’esistenza. Mentre nella lotta che ha luogo nella sfera dell’esserci ogni arma è buona, l’astuzia e l’inganno diventano evitabili, così come non si può evitare un rapporto ostile nei confronti dell’altro che è assolutamente altro e oppone una resistenza analoga a quella della natura, nella lotta per l’esistenza le cose vanno in un modo infinitamente diverso, perché l’apertura è incondizionata, l’esclusione di ogni potere e di ogni superiorità è assoluta, la ricerca dell’altro se-stesso è come la ricerca di sé. In questa lotta i due si rivelano senza riserve e si mettono reciprocamente in questione. Se l’esistenza è possibile essa apparirà nella forma di questa conquista di sé e che non è mai oggettiva, ma si realizza solo se ci si affida alla lotta con un abbandono che, pur oggettivandosi in parte, resta sempre incomprensibile dal punto di vista delle motivazioni dell’esserci […]».
KARL JASPERS, Filosofia, UTET 1978
(a cura di Umberto Galimberti), pp.535-536
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Leggere anche CAMMINARSI DENTRO (28): Al di sopra dell’amore e CAMMINARSI DENTRO (40): Amore è una forza che divide.
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Le basi dell’educabilità di un Educatore (in Exodus) sono tre: muovere verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo. La condizione dell’educabilità dei ragazzi dipende interamente dalla capacità di educare se stessi.