ANTOLOGIA DEL MALE: Il sostegno ai disabili in mano ai privati

26 maggio 2011

SALVO INTRAVAIA, Blitz Pdl: “Diamo ai privati il sostegno ai disabili”.Scontro sul disegno di legge: pagheranno le famiglie. I senatori che hanno presentato la proposta: così taglieremo le spese. Insorgono gli insegnanti: servizio già carente. – la Repubblica online, 26 maggio 2011

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PENSARE E SCRIVERE (8): Chi pensa bene scrive anche bene

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Domenica, 15 maggio 2011

Dal blog Il mestiere di scrivere di Luisa Carrada, Chi pensa bene scrive anche bene

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CAMMINARSI DENTRO (194): Esperienze di formazione

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Domenica, 8 maggio 2011

E’ accaduto il 5 maggio a Milano, nella sede centrale di Exodus – la Cascina, in Parco Lambro -, di sentire la testimonianza viva di una giovane Educatrice che parlava di sé, dell’amicizia che era nata tra lei e un Educatore nei confronti del quale si sentiva debitrice, convinta del fatto che tra maschi e femmine l’amicizia è possibile. Il conduttore dell’esperienza di quei due giorni di formazione aveva impostato le cose in modo che non ci fossero mai ‘cadute’ teoriche: ognuno doveva riferire la personale esperienza sentimentale e basta. Lei era stata ferma e decisa, pronta a difendere un’esperienza che non voleva fosse percepita come esemplare, ma sicuramente vera. Quando, infatti, un altro Educatore difendeva un’idea sobria e severa dell’amicizia, negando nello stesso tempo che potesse nascere tra un uomo e una donna, lei serenamente aveva atteso che lui finisse di parlare, per riprendere più brevemente il discorso fatto e apportare altri argomenti in sua difesa. Intanto, si era sentita in dovere di chiarire che “non si sarebbe mai messa” con lui, come, d’altra parte, lui non si sarebbe mai messo con lei. Entrambi sono impegnati sentimentalmente. La ragione di quella sicurezza risiedeva nel fatto che lei non sentiva alcuna attrazione fisica, come non doveva sentirne lui nei suoi confronti. I toni appassionati di lei sembravano nascere da altri sentimenti, tutti chiari, puliti, disinteressati.

La questione dell’amicizia tra i due sessi è importante per tutti noi, soprattutto per gli adulti. Se l’autorevole conduttore non ha voluto che ci abbandonassimo alla teoria – e a ragione! -, tuttavia ha ricordato che c’è chi ritiene che l’amicizia stia al di sopra dell’amore; c’è chi ritiene che nell’amore ci sia talvolta qualche aspetto dell’amicizia, come l’amicizia possa avere slanci amorosi; c’è, infine, chi ritiene ancora che siano due mondi separati, che non si incontrano mai. Se tutte le esperienze hanno la loro dignità, mi è parso di sentire a volte cose poco vicine alla realtà nella restituzione dell’esperienza personale fatta dai presenti.

Le cose buone che vengono dall’esperienza altrui autorizzano a generalizzare. Almeno, mi sembra di poter dire che c’è qualcuno che è capace di vivere in spirito di amicizia con l’altro sesso. E’ un motivo di speranza.

Me ne sono andato contento di aver partecipato a un incontro così importante. Le testimonianze sono state numerose e tutte diverse l’una dall’altra. Le emozioni provate sono state forti, soprattutto quando le persone riferivano le cose più intime della loro vita. Michele, alla fine, quando si trattava di ringraziare, ha voluto ricordare suo padre, che aveva contribuito a far morire con i suoi comportamenti da tossico. Ora è un Educatore amato da tutti, ma nessuno di noi conosceva la pena che si porta nel cuore, assieme al rammarico per non aver fatto in tempo a parlare ancora con suo padre, per fargli sentire come la sua vita sia cambiata…

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CAMMINARSI DENTRO (193): Il passo segreto che non ti ferisce

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Domenica, 8 maggio 2011

E’ accaduto il 5 maggio. Si discuteva di amicizia al termine della prima giornata di formazione, alla Cascina di Milano, nel Parco Lambro. Bisognava riferire su una o più foto portate con sé da casa che illustrassero un’amicizia importante. Lei ha tirato fuori una cartolina dietro la quale aveva riportato versi della canzone di Angelo Branduardi, Il funerale:

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Se viene la sera/ compagno non avrai / da solo farai la tua strada… / E allora la prima sarà la faina, verrà per portarti paura. Se non la fuggirai sorella ti sarà, è lei che conosce il passo segreto che non ti ferisce.

Per una ragione che mi sfugge, il testo originale di Branduardi è diverso nella parte finale del brano: è lei che davvero conosce / l’ordine segreto che il fiume conduce / per il tuo passo il sentiero sicuro.

Come accade spesso nella vita della cultura, un testo modificato, personalmente parafrasato, acquista un suo valore che quasi non è più riconducibile all’originale da cui si discosta. Io ho provato addirittura delusione di fronte al testo di Branduardi, perché già preso da quello che avevo ricevuto in dono assieme agli altri Educatori, che hanno potuto ascoltare dalla viva voce dell’Educatrice che lo leggeva per noi dalla cartolina di 15 anni fa dedicata a un amico.

La faina che ci porta paura è forse la vita stessa, alla quale ci affacciamo spaventati, a volte, perché la bellezza si mostra a noi dall’inizio con il suo ‘tremendo’: porta scompiglio nel nostro cuore con le sue promesse. Dalla parte nostra, risponderemo con la macchina delle illusioni, che metteremo subito in moto non appena un barlume di felicità riusciremo ad intravvedere nello sguardo, nelle attenzioni che ci saranno rivolte magari senza intenzione alcuna, se non quella di comunicare una presenza.

Se viene la sera, compagno non avrai, da solo farai la tua strada… mi fa pensare a una sorta di viatico lasciato a qualcuno da cui ci siamo separati, ma a cui vogliamo ancora bene, tanto da raccomandargli di affrontare la sera senza affanno: provvedono i versi che seguono a chiarire il tono di quello che abbiamo appena trascritto.

Se non la fuggirai, sorella ti sarà: è lei che conosce il passo segreto che non ti ferisce. Se egli riuscirà a vincere l’iniziale timore, scoprirà nella ‘faina’ addirittura una sorella, una compagna di strada. Essa lo guiderà lungo i sentieri della notte. Saprà essere per lui la figura che salva: procedere insieme non sarà rischioso. I suoi passi accorti lo condurranno lungo sentieri che lo metteranno al riparo dalle insidie della notte.

Tutta la nostra vita è nell’istante eterno che precede la decisione di non fuggire. Ciò che più costituisce motivo di pericolo si rivela per noi occasione di salvezza. Siamo in attesa di chi ci prenderà per mano e ci guiderà oltre lo sconcerto che suscita in noi la notte. Attendiamo colei che sa.

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Testo completo della canzone: Se viene la sera compagno non avrai, da solo farai la tua strada… E allora la prima sarà la faina, verrà per portarti paura. Se non la fuggirai, sorella ti sarà, è lei che davvero conosce l’ordine segreto che il fiume conduce, per il tuo passo il sentiero sicuro. Se viene la sera compagno non avrai, da solo farai la tua strada… Sarà solo allora che da te verrà il lupo, verrà per portarti paura. Se non lo fuggirai fratello ti sarà, è lui che davvero conosce il passo segreto che il monte ferisce, per il tuo capo il riparo sicuro. Seguendo la via che va verso il lago, tu troverai la sorgente, ritroverai la collina dei giochi, e là tu deponi il tuo cuore.

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CAMMINARSI DENTRO (192): E’ ora di parlare di educazione

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Domenica, 8 maggio 2011

E’ ora di parlare di educazione
Prima parte (durata 116:15)
Seconda parte (durata: 36:28)
con DUCCIO DEMETRIO

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Per quanto mi riguarda, ho iniziato scrivendo in alto a destra, sotto la mia foto, Educatore di Exodus. E non è poco! Ho iniziato in Exodus nel 1992 la mia lotta per il riconoscimento. Posso dire oggi di essere stato riconociuto ormai da quasi dieci anni come Educatore di Exodus: il più grande privilegio della mia vita. Giovedì 5 e venerdì 6 sono stato in Cascina – nel Parco Lambro – a Milano, con don Antonio Mazzi e i suoi Educatori, venuti da tutta Italia per uno degli incontri annuali a cui siamo chiamati da lui. Ritorno alla casa del padre, come è stato detto da qualcuno. Ho iniziato un po’ prima: nel 1989, accanto all’Ombra dell’esistenza spezzata. Nel frattempo, avevo iniziato già a sentirmi Educatore a scuola, dal 1973. In realtà, ho iniziato nel 1960, quando il professore di Italiano, in seconda media, ci chiese cosa avessimo in mente di fare nella vita. Quando arrivò il mio turno, dissi arrossendo: io vorrei fare l’insegnante. Mi sembrava che di più non potessi chiedere alla vita, allora. Ed è stato sempre così, per me. Ancora oggi, ho l’impressione a volte che stia iniziando a diventare veramente Educatore. Che la consapevolezza di esserlo sia sempre più chiara. Parlare di Educazione è un po’ parlare della mia vita, per me.

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MOMENTI D’ESSERE (4): Le parole non mancheranno

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Mercoledì, 4 maggio 2011




«Cosa abbiamo da nascondere noi alla Morte, a questo svanire che non ci appartiene e che mostra di volersi interessare a noi sulle soglie della notte? Incanto e Mistero sono alle nostre spalle. Il corteo dei giorni si è fatto lungo, eppure non sembrano cessare Incanto e Mistero. Dovremo forse rinunciare a questi doni della sorte, per concederle altero disdegno e rimpianto? I bisogni dell’amore e le passioni mai spente saranno ascritte a colpa? Il timore e l’angoscia e la disperazione si affaccino pure a disturbare l’ordine inquieto delle ore crepuscolari della notte: amari risvegli e sbigottimento ritornano ormai a dimostrare che non di ordine si trattava! Non chiederemo dilazioni per noi, apparecchiando improbabili scacchiere su cui giocare l’ultima partita inutile. Si leverà, se mai, il canto della dipartenza, monotono addio alla Terra. Sarà un unico addio. Nessuno lamenterà che manchi un altro incontro. Aver vissuto è sufficiente per poter dire che tutto è in ordine intorno. Le parole non mancheranno a colei che sa

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CARLO SINI, La fenomenologia e il destino della civiltà occidentale – Lezione su Derrida (durata: 1:40:10)

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MOMENTI D’ESSERE (3): Una muta preghiera

Quando Paolo, uno dei nostri ragazzi, è morto, si sono presentati in Chiesa tutti i suoi amici centauri, con severe tute nere e il casco sotto il braccio. Alla fine del rito, poco prima che venisse portato via, sono saliti tutti sulle moto, hanno occupato la strada davanti al feretro e hanno fatto partire l’acceleratore delle moto ripetutamente, riempiendo il cielo di quella muta preghiera. In suo onore, un minuto di rumore. Mai parole così forti sono state viste salire al cielo! Ancora oggi le sento rimbombare dentro di me. Che idea morire d’inverno, quando ancora non è tempo di uscire ad invadere le strade, sciamando nel sole della giovinezza!

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PENSARE E SCRIVERE (7): L’ordine delle informazioni: trama e ordito

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Domenica, 1° maggio 2011

dal sito IL MESTIERE DI SCRIVERE, di LUISA CARRADA, L’ordine delle informazioni: la trama e l’ordito

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CAMMINARSI DENTRO (191): Arrivare prima

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Exodus vuole “arrivare prima” che i ragazzi si perdano. Dal 18 aprile al 7 maggio ogni messaggio o chiamata al 45504 sostiene il progetto “La casa dei ragazzi” che accoglie a Cassino giovani con problemi di fragilità sociale.

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CAMMINARSI DENTRO (190): “5 X 1000” a EXODUS – 971 815 90 155 è il codice fiscale da inserire nella dichiarazione dei redditi

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I nostri ragazzi sono la cosa più preziosa che abbiamo.

Quest’anno decidi di sostenere le attività della Fondazione Exodus Onlus di don Antonio Mazzi, dal 1984 impegnata nell’educazione e recupero di giovani fragili.

Da oltre 25 anni:
-i
ncontriamo nei nostri “centri di ascolto” migliaia di persone,  
-accogliamo nelle nostre “case” giovani fragili e nuclei familiari che vivono situazioni di disagio,  
-coinvolgiamo oltre 20.000 ragazzi nelle nostre attività di prevenzione, 
-promuoviamo percorsi di formazione per oltre 3.000 genitori e insegnanti.

PROMEMORIA

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AI CONFINI DELLO SGUARDO (1): Individuo e società. Bisogno di riconoscimento.

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Venerdì, 15 aprile 2011

Dal vecchio Ai confini dello sguardo. Salvare l’emozione estetica al più recente Ai confini dello sguardo. Percorsi del riconoscimento, tra lotta e dono, il ‘titolo’ del sito è cambiato. Punto di arrivo di una riflessione molto lunga e frammentaria, l’espressione bisogno di riconoscimento esce per me dall’ambito personale, privato, per farsi dato universale, espressione filosofica mutuata da Autori come Nussbaum, Ricoeur, Honneth, che ne hanno fatto una chiave di volta della loro interpretazione dell’uomo, di tutto l’uomo.

Si potrebbe dire che senza riconoscimento non ci sia individuo, società, storia. Sicuramente, il destino dei singoli risulterà ‘compromesso’ dai dinieghi, dai rifiuti, dalla marginalizzazione dell’esistenza personale nei contesti di riferimento significativi.

Nella vita di coppia, che è parte grande della nostra esistenza, il benessere mentale e la felicità personale dipendono largamente dal bene ricevuto.

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Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.

Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo pascolo
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore,
cambia nido l’uccellino
cambia il sentimento degli amanti.

Cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste,
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.

Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell’anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.

E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.

Cambia, tutto cambia….

Bellissima l’idea che l’amore non cambi. A dispetto di tutte le lontananze. Credo che si debba rendere onore ai nostri sentimenti, non permettendo alle ingiurie del tempo di farne cosa tra le cose. L’indistruttibile e l’eterno in noi esistono, fragile trama di pensieri e di affetti. Custodire in noi l’eterno è il compito che ci aspetta. La più bella canzone d’amore di tutti i tempi per me è questa: . Resta solo da dire che l’amore non cambia se è sostenuto da perfetta – cioè, compiuta – reciprocità. L’asimmetria che gli è connaturata deve essere ‘inverata’ nella superiore visione dell’amicizia. Il vero amore si afferma al di sopra dell’amore , nella forma del rispetto e del riconoscimento.

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Recensione a Honneth, La lotta per il riconoscimento. Proposte per un’etica del conflitto

Axel Honeth, Reification: a recognition-Theoretical view – The Tanner Lectures on Human Values – Delivered at university of california, Berkeley march 14–16, 2005

Recensione a Honneth, Reificazione, Uno studio in chiave di teoria del riconoscimento, Meltemi, 2007

Giuseppe Rubinetti, Teoria del riconoscimento e critica del capitalismo

Axel Honneth, La famiglia tra giustizia e legame affettivo in “La Società degli individui”, 5, II, 1999, pp. 5-24 (Scheda di lettura)

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Scheda dell’Editore

Recensione di Domenico Jervolino, Il Manifesto 29 ottobre 2005

Chiara Castiglioni, Il sé e l’altro. Il tema del riconoscimento in Paul Ricoeur

Vinicio Busacchi, Ricoeur vs Honneth. La psicologia del riconoscimento tra lotta e dono

CAMMINARSI DENTRO (119): Percorsi del riconoscimento: la lotta amorosa

Rita D’Amico, Quando la dipendenza diventa disfunzionale (una lettura cognitivista della psicopatologia dell’esperienza amorosa)

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RICONOSCIMENTO A PIU’ VOCI – Presentazione

Michele Vecchietti, Il lavoro e il suo mondo

Matteo Santarelli, Riconoscimento, natura, società: la genesi e lo sviluppo del sé in G.H.Mead

Elena Maria Fabrizio, Habermas e il riconoscimento

Carla Maria Fabiani, Esperienza e logica del riconoscimento in Hegel. Una visione aporetica

Maurizio Donato, Rapporti di classe. Legami sociali, imitazione e distinzione

Antonio Carnevale, “Soffrire il riconoscimento.” Riflessione su pratica e dialettica della sofferenza sociale

Guido Baggio, Francois Lyotard. Dalla condizione postmoderna al consensus possibile

Andrea Amato, Il senso sociale

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Breve sitografia sul tema del riconoscimento:

Tesi di laurea on line di E. Ceva: http://www.swif.uniba.it/lei/filpol/ceva/hp.htm

Recensione a R. Finelli: http://purl.org/hj/bfp/157

Riconoscimento in P. Ricoeur: http://www2.units.it/eserfilo/art308/cast308.pdf

L.Cortella: http://venus.unive.it/cortella/crtheory/papers/cortella_riconoscimento.pdf Id.: http://www.easy-network.net/pdf/13cortella.pdf

Recensione on line ad A. Honneth: http://www.juragentium.unifi.it/it/books/honneth.htm

Il Desiderio in Hegel: http://www.kainos.it/numero7/ricerche/marte.html

Ampia riflessione sul multiculturalismo: http://www.altrodiritto.unifi.it/ricerche/migranti/pirosa/index.htm

Filosofia e intercultura, di G. Cacciatore: http://www.easy-network.net/pdf/24cacciatore.pdf

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Simone Guidi, Recensione a Claudio Bazzocchi, La “notte della conservazione”. Antropologia hegeliana e riconoscimento, Aracne 2010

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IMPARARE A LEGGERE (18): MAURIZIO FERRARIS, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce.

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MAURIZIO FERRARIS, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza 2009

Undici tesi, pp.358-362

Icnologia, pp.195-274

In breve

Tutto è per sempre. Oggi tutto è scritto, tutto si può ritrovare. L’esplo- sione della scrittura svela l’essenza del legame sociale, la documentalità. Perché è necessario lasciar trac- ce: altrimenti non ci sarà niente nessuno in nessun luogo mai.

Questo libro parla di oggetti come i soldi e le opere d’arte, i matrimoni, i divorzi e gli affidi congiunti, gli anni di galera e i mutui, il costo del petrolio e i codici fiscali, il Tribunale di Norimberga e le crisi finanziarie. Sono gli oggetti sociali, cioè le iscrizioni che affollano il nostro mondo decidendo se saremo felici o infelici. Queste scartoffie le detestiamo eppure facciamo la fila per averle, e si accumulano nelle nostre tasche, nei portafogli, nei cassetti, nei telefonini, nei computer e negli archivi di ogni sorta che ci circondano, nel mondo reale e in quello virtuale. Ecco il motivo per cui questa teoria del mondo sociale si intitola Documentalità: la società della comunicazione è in realtà una società della registrazione e della iscrizione. Lo è sempre stata, ma lo è a maggior ragione oggi, con l’esplosione della scrittura e degli strumenti di registrazione, che svela come meglio non si potrebbe l’essenza del mondo sociale. Un mondo in cui persino i media, quelli che dovrebbero darti la vita in diretta, sono i massimi produttori di spettralità. Un mondo in cui la profezia di Warhol secondo cui un giorno ognuno di noi avrà i suoi quindici minuti di notorietà significa anzitutto: ognuno di noi sarà uno spettro per almeno quindici minuti, su YouTube o da qualche altra parte.

Indice

Matrimoni e anni di galera
– Istruzioni per l’uso
– 1.
Catalogo del mondo
1.1. Esemplari
– 1.2. Soggetti
– 1.3. Oggetti
– 2. Ontologia ed epistemologia
2.0. Dagli atomi alle multe
– 2.1. Fallacia trascendentale
– 2.2. Differenze ontologiche
– 2.3. Teoria dell’esperienza
– 3. Oggetti sociali
3.0. Testualismo e oggetti sociali
– 3.1. Epistemologia sociale
– 3.2. Realismo e testualismo
– 3.3. Oggetti, atti, iscrizioni
– 4. Icnologia
– 4.0. Sulle tracce dello spirito
– 4.1. Registrazione e imitazione
– 4.2. Scrittura, archiscrittura, pensiero
– 4.3. Genesi e struttura delle iscrizioni
– 5. Documentalità
– 5.0. Scienze della lettera
– 5.1. Documenti
– 5.2. Opere
– 5.3. Fenomenologia della lettera
– 6. Idiomi
– 6.0. Lasciar tracce
– 6.1. Che cosa significa una firma?
– 6.2. Le style c’est l’homme
– 6.3. Epilogo: undici tesi
– Note
– Nota al testo
– Indice dei nomi

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AI CONFINI DELLO SGUARDO (0): Bisogno e riconoscimento

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Domenica, 3 aprile 2011

Detto questo sarà stato detto quasi tutto. Almeno per me. Ai confini dello sguardo incontriamo l’altro. E’ per questo che noi viviamo. Prendiamo ad esistere come singoli, facendoci persone, cioè soggetti morali. Abbiamo bisogno di riconoscimenti, nella sfera privata. Abbiamo bisogno di compassione, nella sfera pubblica. Aspiriamo all’amore. L’ordine del sentire in noi si struttura grazie alla relazione con gli altri. 

Le ultime tre proposizioni riassumono le tre parti di cui si compone l’opera di Martha Nussbaum – Upheavals the Thought. The Intelligence of Emotions – dedicata alle emozioni: Bisogno e riconoscimento; Compassione; Le ascese dell’amore.

In quest’opera, ricevuta martedì, 29 marzo, trovo quasi tutto quello che cercavo. Il primo capitolo della prima parte – Le emozioni come giudizi di valore – contiene in apertura la tesi generale di quest’opera di 835 pagine:

Scopo della mia argomentazione è mostrare che le emozioni implicano giudizi su cose importanti, giudizi nei quali, nel considerare un oggetto esterno importante per il nostro benessere, riconosciamo il nostro «essere bisognosi» (neediness) e la nostra incompletezza riguardo a cose del mondo che non controlliamo pienamente. (pag.37)

Subito dopo, nel paragrafo 1 – Bisogno e riconoscimento -, che considero fondamento di molte delle cose che penso, Martha Nussbaum propone la tesi che le emozioni sono forme di giudizio, impegnandosi a dimostrare che questa tesi è compatibile con una versione modificata dell’antica etica stoica greca – che per lei costituisce la migliore spiegazione della natura delle emozioni: esse sono riconoscimenti di bisogno, di assenza di autosufficienza; esse implicano sempre il pensiero di un oggetto, associato a quello della rilevanza o importanza dell’oggetto stesso; esse implicano quindi sempre stima o valutazione.

«Definirò di conseguenza la mia concezione come una teoria di tipo «cognitivo-valutativo», e talvolta, più brevemente, «cognitivo». Ma per «co-gnitivo» intendo «relativo al ricevere ed elaborare informazioni», niente di più. Non intendo pre- supporre la presenza di operazioni complesse o calcoli, e nemmeno di un’autocoscienza riflessi- va» (pp.41-42).

«Benché io creda che le emozioni siano qualcosa di corporeo, come ogni altro processo di pensiero, credo anche, e lo argomenterò, che constatare che esse hanno luogo in ogni caso in un corpo vivente non giustifichi la riduzione delle loro componenti intenzionali-cognitive a moti fisici non-inten- zionali. […] I corpi viventi sono capaci di in- telligenza e intenzionalità» (pp.43-44).

In primo luogo, le emozioni sono in relazione (about) a qualcosa: hanno un oggetto.

In secondo luogo, l’oggetto è intenzionale: ovvero, esso appare nell’emozione nel modo in cui lo vede o lo interpreta la persona che prova l’emozione stessa.

In terzo luogo, queste emozioni non implicano semplici modi di vedere l’oggetto, ma credenze – spesso molto complesse – riguardo all’oggetto stesso.

Notiamo infine qualcosa di caratteristico nelle percezioni intenzionali e nelle credenze tipiche delle emozioni: esse sono relative al valore, vedono i propri oggetti come investiti di valore o importanza.

[continua]

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RAINER MARIA RILKE, Esperienza della morte

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ESPERIENZA DELLA MORTE

Nulla sappiamo di questo svanire
che non accade a noi. Non abbiamo ragioni
– ammirazione, odio oppure amore –
da mostrare alla morte la cui bocca una maschera

di tragico lamento stranamente sfigura.
Molte parti ha per noi ancora il mondo. Fino a quando
ci domandiamo se la nostra parte piaccia,
recita anche la morte, benché spiaccia.

Ma quando te ne andasti, un raggio di realtà
irruppe in questa scena per quel varco
che tu ti apristi: vero verde il verde,
il sole vero sole, vero il bosco.

Noi recitiamo ancora. Frasi apprese
con pena e con paura sillabando,
e qualche gesto; ma la tua esistenza,
a noi, al nostro copione sottratta,

ci assale a volte e su di noi scende come
un segno certo di quella realtà;
tanto che trascinati recitiamo
qualche istante la vita non pensando all’applauso.

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