DARE UN VOLTO ALLE COSE (2): Leggere il volto. L’esempio di Ingmar Bergman.

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DARE UN VOLTO ALLE COSE (1): Non cadere / con te cadrebbe il mondo…

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Guardare di sfuggita, cioè gettare appena uno sguardo su di lei, e poi tornare a fissare lo sguardo sulle pieghe e sulla luce e incontrare il suo sguardo è propriamente ciò che accade quando non è sufficiente uno sguardo di sfuggita per fermare l’istante eterno. Quell’apparire, infatti, non è uno dei tanti momenti del vivere. E’ istante. Un nunc che si prolunga oltre il tempo meccanico, per farsi Darstellung, costellazione di senso, meglio ancora: Jetztzeit, il tempo-ora del nunc come presente non puntuale, non il tempo breve in cui si scioglie, si risolve un battito d’ala, l’aprirsi e chiudersi delle palpebre. Non un semplice moto inconsapevole è ciò che viene fermato dallo sguardo indagatore che torna e torna a scrutare, a leggere, a succhiare da quel volto ignoti piaceri. Quell’ora non è l’oggi, l’attimo detto fuggente, quasi occasione da non perdere! Cosa potrebbe mai andar perduto della bellezza del suo volto i cui segni sono depositati da sempre nella memoria del mio sguardo!

Il mio sguardo, infatti, non è atto principiale fatto di stupore, quello che si dette il primo giorno che non fu giorno, che non fu primo. Quale inizio dello sguardo, poi, è possibile che non sia una rimembranza di cose già viste, autentico Andenken, rammemorare, appunto, cioè ricostruire frammento su frammento l’unità del suo volto, cioè natura e storia, progetto e destino?

E se poi considerassi il primo sguardo, quello che si posò timidamente su di lei, senza osare troppo, quasi a voler attendere che fosse lei a dire sì al mio sguardo, perché chiedevo che si offrisse allo sguardo, lasciandosi semplicemente contemplare, avendo io gli occhi leggermente spalancati su di lei, per far entrare ogni senso di lei, dal profumo leggero che emanava la sua pelle alla voce, alle movenze aggraziate del corpo flessuoso, qua e là coperto da facili veli; se riconsiderassi quel suo sguardo non avvertito di me, dovrei concludere malinconicamente che non si accorse di me.

Lei non sostenne il mio sguardo, fermandosi a leggere me. Per questo, io forse cercai ancora. Io forse mostrai ancora occhi spalancati su di lei, sì, proprio su di lei. Le dicevo: sì, proprio su di te. Lo sguardo insistente, infatti, dopo uno sguardo di sfuggita o uno sguardo timido cos’è ancora, se non chiedere il suo sguardo, e volere che sostenesse il mio, tremante, come me, senza cadere, perché, come mi disse poi lei, quando temeva per me: Non cadere / con te cadrebbe il mondo / e Beethoven piangerebbe con me…?

Questo noi vogliamo. E’ questo l’eterno in terra della bellezza dell’amore. Uno sguardo che sostenga per sempre il nostro, che sappia durare sempre, capace di non cadere, vittima del ricordo, preso nella malinconia del così fu.

Qui non si dà più caducità delle cose né tanto meno della bellezza. Le rughe del tempo sono invisibili allo sguardo, che è proteso a cogliere sempre di nuovo nell’istante eterno il suo sguardo, garanzia di eterno per noi, gli eterni.

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SPOSTARE LE TENDE (1): Muovere verso il mondo.

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[Post ‘in costruzione’]

I macrotemi comuni a tutti i momenti della Formazione degli Educatori in Exodus possono essere formulati così:

1  – Le attuali tendenze alla mondializzazione: i Paesi poveri e i Paesi impoveriti. Quali povertà e quali sviluppi.

2 – Il Paese dei balocchi: consumi e dipendenze. Oltre lo sballo e il culto dell’esteriorità.

3 – Le istituzioni pubbliche e private nell’era dell’a-politica. Quello che resta del sistema e le sue alternative.

4 – I Cristi delle tende. Beati i poveri.

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VERSO LA TERRA INCOGNITA (1): Verso gli altri.


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Al movimento verso l’altro darò il nome “Verso la terra incognita”.

In CAMMINARSI DENTRO (118): Tra ‘vissuto’ e ‘viaggio’. Dal vissuto al viaggio. Che cosa significa ‘fare esperienza’ scrivevo:

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Certo, bisogna tornare in sé, riacquistare coscienza delle proprie azioni, imparare a camminarsi dentro, ma questo sarà un movimento ‘dall’esterno’: siamo in cammino anche verso noi stessi – questo incontrar-si è incontrare altro da sé, l’identità come non identica a se stessa -, ma il vero cammino è quello che intraprendiamo verso gli altri e verso il mondo.

Le basi dell’educabilità di un Educatore (in Exodus) sono tre: muovere verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo. La condizione dell’educabilità dei ragazzi dipende interamente dalla capacità di educare se stessi.

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δia-loganδo

domande all’origine del pensiero

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[3 aprile]   I – GIOVANNI GIORGINI, Studiare filosofia oggi

[9 aprile]  II – GIOVANNI GIORGINI, Educarsi alla filosofia

[17 aprile]  III – GIOVANNI GIORGINI, La domanda fondamentale

[24 aprile]  IV – GIOVANNI GIORGINI, Differenza tra filosofia e opinione

[30 aprile]  V – GIOVANNI GIORGINI, Rapporto tra filosofia e politica

[8 maggio]  VI – GIOVANNI GIORGINI, Forme di governo nella Grecia antica

[10 maggio]  Domande e risposte 1

[15 maggio]  VII – GIOVANNI GIORGINI, Intendimento originario di “teoria politica”

[22 maggio]  VIII – GIOVANNI GIORGINI, Platone e il governo dei filosofi

[28 maggio]  IX – GIOVANNI GIORGINI, Forme di governo nella Repubblica di Platone

[5 giugno]  X – GIOVANNI GIORGINI, Comparazione tra stato e tipo di individuo in Platone

[12 giugno]  XI – GIOVANNI GIORGINI, Analisi della tirannide in Platone

[18 giugno]  XII – GIOVANNI GIORGINI, Il ruolo del mito nel pensiero di Platone

[26 giugno]  XIII – GIOVANNI GIORGINI, Il “mito” della caverna

[3 luglio]  XIV – GIOVANNI GIORGINI, La conoscenza. Platone e Socrate a confronto

[10 luglio]  XV – GIOVANNI GIORGINI, Aristotele e la Politica

[19 luglio]  XVI – GIOVANNI GIORGINI, Il barbaro in Aristotele

[31 luglio]  XVII – GIOVANNI GIORGINI, Il ruolo del filosofo nella società in Aristotele

[13 agosto]  XVIII – GIOVANNI GIORGINI, L’educazione a Sparta e Atene

[11 settembre]  XIX – WALTER CAVINI, Il significato di Filosofia nella Grecia antica

[12 settembre]  Domande e risposte 2

[19 settembre]  XX – WALTER CAVINI, L’evento filosofico

[25 settembre]  XXI – WALTER CAVINI, Quando nasce la Filosofia?

[2 ottobre]  XXII – WALTER CAVINI, La meraviglia filosofica

[9 ottobre]  XXIII – WALTER CAVINI, I grandi temi della Filosofia greca antica

[16 ottobre]  XXIV – WALTER CAVINI, Le prime domande filosofiche

[23 ottobre]  XXV – WALTER CAVINI, Il ruolo del mito nell’antica Grecia

[30 ottobre]  XXVI – WALTER CAVINI, I metodi di filosofare degli antichi

[6 novembre]  XXVII – WALTER CAVINI, I pensatori antichi più influenti

[13 novembre]  XXVIII – WALTER CAVINI, Il procedere filosofico

[20 novembre]  XXIX – WALTER CAVINI, Confronto tra scienza e materialismo filosofico

[27 novembre]  XXX – WALTER CAVINI, Arché in Anassimandro e negli altri presocratici

[5 dicembre]  XXXI – REMO BODEI su nascita della filosofia, sul significato di saggezza e sulle scuole filosofiche antiche 1

[11 dicembre]  XXXII – REMO BODEI sulla metafora del viaggio e sul metodo di insegnamento della storia della filosofia

[19 dicembre]  XXXIII – WALTER CAVINI, Parmenide 1/3

[23 dicembre  XXXIV – WALTER CAVINI, Parmenide 2/3

[8 gennaio]  XXXV – WALTER CAVINI, Parmenide 3/3










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Neurofenomenologia.

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MICHEL BITBOL, Neurofenomenologia

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I FILOSOFI DELLA MENTE ANTI-RIDUZIONISTI:

Phi.Mind 17 – Neurofenomenologia in teoria: Michel Bitbol e la via della coscienza non sostanziale: http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=1055

Phi.Mind 18 – Ancora Neurofenomenologia in teoria: la messa-in-scena ricorsiva dei qualia:http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=1059

Phi.Mind 19 – Neurofenomenologia in pratica: una soluzione metodologica al problema dei qualia:http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=1067

Il problema dei qualia:http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=914

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NEUROFENOMENOLOGIA
Le scienze della mente e la sfida dell’esperienza cosciente

In questa grande opera collettiva, alcuni dei rappresentanti più autorevoli del mondo scientifico e filosofico danno il loro personale contributo alla definizione di uno degli orientamenti più all’avanguardia dell’epistemologia contemporanea: la neurofenomenologia. Animata dall’ambizioso tentativo di superare il secolare divario tra scienze umane e scienze esatte attraverso il dialogo fecondo tra sperimentazione scientifica ed esperienza vissuta, la disciplina fondata da Francisco Varela si colloca al crocevia delle tendenze più innovative nell’ambito della ricerca (epistemologia genetica di stampo costruttivista, teoria della complessità), segnate dall’interazione multidisciplinare tra filosofia e neuroscienze.
Una raccolta di studi organica, chiara ed esaustiva, di grande interesse non solo per gli specialisti delle più diverse discipline (neuroscienze, scienze cognitive, epistemologia, storia della scienza, filosofia), ma anche per chiunque sia interessato agli inestricabili dilemmi e ai quesiti più stimolanti della filosofia della mente.

La vita pensata – Serie di saggi e ricerche filosofiche diretta da Roberta De Monticelli

INDICE
La vita pensata, di Roberta De Monticelli
Prefazione, di Mauro Ceruti e Luisa Damiano
Introduzione di Massimiliano Cappuccio
Neurofenomenologia. Un rimedio metodologico al “problema difficile”, di Francisco J.Varela

Sezione I. Matematismo e formalizzazione
La svolta naturalista della fenomenologia, di Jean Petitot
La ragionevole efficacia della matematica e le sue origini cognitive, di Giuseppe Longo

Sezione II. Corpo vivo e percezione spaziale
La spazialità originaria del corpo proprio. Fenomenologia e neuroscienze, di Jean-Luc Petit
Neuroestetica e fenomenologia. Per una teoria fenomenologica della percezione pittorica, di Carmelo Calì
Il gesto fotografato. Note per un’archeologia della neurologia, di Federico Leoni
Il corpo come macchina semantica. Una prospettiva fenomenologica sull’intelligenza artificiale, di Alberto Giovanni Biuso

Sezione III. Metodologia di ricerca in prima persona
Mettere al lavoro il metodo fenomenologico nei protocolli sperimentali. “Passaggi generativi” tra l’empirico e il trascendentale, di Natalie Depraz
Meditazione di presenza mentale per le scienze cognitive. Pratica del corpo e metodo in prima persona, di Franco Bertossa e Roberto Ferrari

Sezione IV. Intersoggettività ed empatia
Corpo vivo, simulazione incarnata e intersoggettività. Una prospettiva neuro-fenomenologica, di Vittorio Gallese
L’empatia nasce nel cervello? La comprensione degli altri tra meccanismi neuronali e riflessione filosofica, di Laura Boella

Sezione V. Ontologia fenomenologica e naturalizzazione
Persona e individualità essenziale. Un dialogo con Peter Van Inwagen e Lynne Baker, di Roberta De Monticelli
Perché è meglio che la sintesi sia passiva. Trascendentalismo e naturalizzazione, di Maurizio Ferraris

Sezione VI. Temporalità e coscienza
Coscienza della temporalità e temporalità della coscienza, di Mauro Maldonato
Ricoeur: la fenomenologia della memoria e il confronto con le scienze cognitive, di Domenico Jervolino

Bibliografia a cura di Carla Taglialatela


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CAMMINARSI DENTRO (119): Percorsi del riconoscimento: la lotta amorosa.

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L’affermazione più radicale di Umberto Galimberti sull’amore

[…] nella nostra epoca l’amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d’amore, ciò che si cerca non è l’altro, ma, attraverso l’altro, la realizzazione di sé. (Le cose dell’amore, 2004, pag.11)

trova forse una risposta chiarificatrice nel suo maestro Karl Jaspers. Ricorrere a Jaspers è indispensabile, per impedire che quell’idea di una realizzazione di sé venga intesa come affermazione contestuale della marginalità della ricerca dell’altro!

«[…] Questo processo del diventar-reale inteso come diventar-manifesto non si compie nell’esistenza isolata, ma solo con l’altro. Come singolo, io non sono né manifesto né reale. Il processo del manifestarsi nella comunicazione è una lotta unica nel suo genere, una lotta che è, ad un tempo, amore.

3. Lotta amorosa. Come amore, questa comunicazione non è l’amore cieco e indifferente nei riguardi dell’oggetto a cui si volge, ma è l’amore che lotta e che vede con chiarezza. E’ un amore che problematizza, che crea difficoltà, che ha delle esigenze, che, da un’esistenza possibile, coglie un’altra esistenza possibile.

Questa lotta è la lotta del singolo per l’esistenza. Mentre nella lotta che ha luogo nella sfera dell’esserci ogni arma è buona, l’astuzia e l’inganno diventano evitabili, così come non si può evitare un rapporto ostile nei confronti dell’altro che è assolutamente altro e oppone una resistenza analoga a quella della natura, nella lotta per l’esistenza le cose vanno in un modo infinitamente diverso, perché l’apertura è incondizionata, l’esclusione di ogni potere e di ogni superiorità è assoluta, la ricerca dell’altro se-stesso è come la ricerca di sé. In questa lotta i due si rivelano senza riserve e si mettono reciprocamente in questione. Se l’esistenza è possibile essa apparirà nella forma di questa conquista di sé e che non è mai oggettiva, ma si realizza solo se ci si affida alla lotta con un abbandono che, pur oggettivandosi in parte, resta sempre incomprensibile dal punto di vista delle motivazioni dell’esserci […]».

KARL JASPERS, Filosofia, UTET 1978
(a cura di Umberto Galimberti), pp.535-536

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Leggere anche CAMMINARSI DENTRO (28): Al di sopra dell’amore e CAMMINARSI DENTRO (40): Amore è una forza che divide.

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Le basi dell’educabilità di un Educatore (in Exodus) sono tre: muovere verso noi stessi, verso gli altri, verso il mondo. La condizione dell’educabilità dei ragazzi dipende interamente dalla capacità di educare se stessi.

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DUCCIO DEMETRIO, Ascetismo metropolitano. L’inquieta religiosità dei non credenti.

Si può essere atei e profondamente religiosi. Si può essere agitati da un genuino bisogno di rapporto con la trascendenza senza che questo implichi la fede in un dio, o in principi impersonali come nei culti orientali. E la città è il luogo ideale per esercitare e approfondire questa religiosità civile e inquieta, mossa dal dubbio e dal bisogno: il bisogno umanissimo di trovare un senso profondo e tutto mondano alla vita individuale e collettiva. Nell’aspro e rigido dibattito fra atei e credenti, questo libro fa un passo in avanti, rivendicando il carattere specificatamente e intensamente religioso del modo in cui molti atei affrontano i problemi profondi del senso dell’esistenza e dell’universo. Un modo cioè che non riguarda solo la razionalità, ma riguarda bisogni arcaici e ineliminabili della nostra vita psichica, in grado di fornire significato – un significato ateo e religioso – all’esistenza.

Il 2 gennaio è andato in onda su RADIO3 – Uomini e Profeti – un incontro con DUCCIO DEMETRIO, che ha risposto a domande sul tema “Ascesi nella metropoli”.

A questo indirizzo è possibile scaricare il file audio in formato mp3 (per una settimana):  http://www.radio.rai.it/radio3/podcast/lista.cfm?id=491

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Ascoltare Savina Yannatou

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Class action in Italia dal 1° gennaio

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L’associazione dei consumatori ha notificato le citazioni in Tribunale contro i due colossi bancari per i rincari sui conti dopo l’abolizione del “massimo scoperto”.
La prima “class action” italiana.
Codacons contro Unicredit e Intesa.

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Come sarà possibile essere risarciti
in caso di danni.

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UMBERTO CURI su Filosofia e Cinema

Loescher Editore e la Società filosofia Italiana hanno organizzato in data 17 marzo 2009 a Bari un convegno nazionale di filosofia “La filosofia e le questioni che contano”.

Umberto Curi, con Filosofia come narrazione. Il caso del cinema, ripropone il linguaggio di un’arte che ci aiuta a conoscere la realtà con il ricorso al ‘mito’.





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LEGGERE CONRAD – Il compagno segreto

Il compagno segreto 1

Il compagno segreto 2

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WALLACE STEVENS, L’angelo necessario

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L’ANGELO NECESSARIO

Io sono l’Angelo della realtà,
intravisto un istante sulla soglia.
Non ho ala di cenere, né di oro stinto,
né tepore d’aureola mi riscalda.
Non mi seguono stelle in corteo,
in me racchiudo l’essere e il conoscere.
Sono uno come voi, e ciò che sono e so
per me come per voi è la stessa cosa.
Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra,
poiché chi vede me vede di nuovo
la terra, libera dai ceppi della mente, dura,
caparbia, e chi ascolta me ne ascolta il canto
monotono levarsi in liquide lentezze e affiorare
in sillabe d’acqua; come un significato
che si cerchi per ripetizioni, approssimando.
O forse io sono soltanto una figura a metà,
intravista un istante, un’invenzione della mente,
un’apparizione tanto lieve all’apparenza
che basta ch’io volga le spalle,
ed eccomi presto, troppo presto, scomparso?

WALLACE STEVENS

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CAMMINARSI DENTRO (118): Tra ‘vissuto’ e ‘viaggio’. Dal vissuto al viaggio. Che cosa significa ‘fare esperienza’.

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“Nei nostri libri di lettura c’era la favola del vecchio che, sul letto di morte, dà ad intendere ai suoi figli che nella sua vigna è nascosto un tesoro. Loro non avevano che da scavare. Scavarono, ma del tesoro nessuna traccia. Quando però giunge l’inverno, la vigna rende come nessun’altra nell’intera regione. I figli allora si rendono conto che il padre aveva lasciato loro un’esperienza: non nell’oro sta la fortuna, ma nell’operosità”.

(WALTER BENJAMIN, Esperienza e povertà).

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Intervista a Salvatore Natoli

29 settembre 2008 – Festival di Filosofia – Intervista a Salvatore Natoli

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