Quando Paolo, uno dei nostri ragazzi, è morto, si sono presentati in Chiesa tutti i suoi amici centauri, con severe tute nere e il casco sotto il braccio. Alla fine del rito, poco prima che venisse portato via, sono saliti tutti sulle moto, hanno occupato la strada davanti al feretro e hanno fatto partire l’acceleratore delle moto ripetutamente, riempiendo il cielo di quella muta preghiera. In suo onore, un minuto di rumore. Mai parole così forti sono state viste salire al cielo! Ancora oggi le sento rimbombare dentro di me. Che idea morire d’inverno, quando ancora non è tempo di uscire ad invadere le strade, sciamando nel sole della giovinezza!
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