GIULIO MONTEVERDE, L’angelo ambiguo

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Sabato, 11 giugno 2011

Lo scultore Giulio Monteverde può essere considerato precursore del Simbolismo con il Monumento a Francesco Oneto che si trova nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova. L’arte funeraria dell’Ottocento si compiace di esaltare le virtù del defunto sulle tombe o rappresenta i congiunti in lacrime, ma egli ha scacciato tutta questa folla per portare nei cimiteri la visione dell’Angelo della Morte: un angelo che medita il mistero e veglia sulle spoglie del defunto. L’angelo androgino rappresenta, sotto molti aspetti, il “punto di rottura” storico nel passaggio da una visione positivista della morte, che trovava nel realismo il linguaggio più congeniale, a quella dubbiosa che sfocerà nel clima decadente-simbolista. In questo processo di rinnovamento, l’angelo perde la connotazione cristiana di guida verso il Paradiso per divenire testimone del mistero del nulla. L’angelo Oneto non offre alcun gesto consolatorio, ma appare distaccato ed imperturbabile.

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