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Venerdì 17 giugno 2011
Le cornacchie affermano che una sola cornacchia potrebbe distrug-gere il cielo. Su questo non c’è dubbio, ma non dimostra niente contro il cielo, perché cielo significa appunto: impossibilità di cornac- chie. (FRANZ KAFKA, Considerazio- ni sul peccato, il dolore, la speranza e la vera via, 1917)
Ricordiamo che Kafka (kavka) significa in ceco corvo, cornacchia. E non è certo un caso che la torre del Castello appaia all’agrimensore K. circondata da uno stormo di cornacchie. Ché il fine della sua ricerca – e della ricerca di Kafka – è appunto quello di infrangere i limiti che escludono dal possesso della verità assoluta, possesso che equivarrebbe alla distruzione del cielo (dall’apparato critico di Giuliano Baioni al volume di Kafka Schizzi-Parabole-Aforismi, Mursia 1983).
Il dramma del tossicomane è tutto qui, nella pretesa di possesso di sé, nella volontà di sapere che si ostina di fronte alla porta della Legge, nella domanda insistente e nella richiesta vana di una felicità impossibile perché fondata sul piacere infinito ➡.
Il tossicomane è qualcuno che non tollera alcuna forma di dipendenza nei confronti degli altri e del mondo. Questa aspirazione è evidentemente votata allo scacco.
Da questo scacco inevitabile, da questa incapacità di essere totalmente indipendenti, alcuni tossicomani si sentiranno legittimati nella loro dipendenza tossicomanica. L’indipendenza relativa non li interessa. Essa sembra loro un obiettivo esistenziale troppo mediocre per essere invidiabile. I tossicomani credono nell’indipendenza assoluta e non potendo raggiungerla vivono in modo assolutamente dipendente. (SYLVIE GEISMAR-WIEVIORKA, Les toxicomanes, Éditions du Seuil, Paris 1995, p.69).
La tossicodipendenza è, per noi, una malattia della libertà, come abbiamo scritto la prima volta nel 1994 in Venti tesi per non morire di droga. Vedere, in particolare, la tesi numero 5.
L’intervento tenuto il 4 dicembre 2001 da MASSIMO CACCIARI, Liberi di donare, alla presentazione della Carta dei valori del volontariato a Roma è per noi un testo definitivo sulla libertà umana.
Sappiamo bene che la tossicomania è una sindrome bio-psico-sociale, una sindrome multifattoriale, una grave malattia. Non possiamo fare a meno, tuttavia, come Educatori, di considerarne gli aspetti che attengono alla nostra libertà, a quello che ci è stato riservato dalla sorte, a quella componente destinale della nostra esistenza con la quale comunque dobbiamo fare i conti, per cercare di non essere solo il risultato del nostro ‘chimismo’ interno.
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