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Lunedì 15 agosto 2011
In questo suo libro Eugenio Borgna assume come filo conduttore della sua personalissima esplorazione dei molti modi di stare al mondo una delle condizioni esistenziali più difficili da descrivere nella sua ricchezza e problematicità. Molti sono infatti i modi d’essere della solitudine e i suoi linguaggi. C’è una solitudine interiore che è fonte di conoscenza di sé e meditazione, una solitudine creatrice e positiva in cui si cela una domanda di serenità e di speranza. E c’è una solitudine dolorosa, negativa, che isola e separa dal mondo, una solitudine che si genera nella malattia, nel dolore dell’anima e del corpo, nella perdita della speranza. E di ognuna di queste due opposte solitudini esistono poi molti vissuti diversi. Eugenio Borgna prende per mano il lettore e con lui attraversa questi mondi. La sua parola sottile ed elegante, la sua delicatezza nell’avvicinare e restituire al lettore le emozioni più severe e la viva intensità con cui sa ricreare lievi vissuti di gioia e felicità rendono questo libro un prezioso viatico per comprendere quanto profonda e spesso ignorata sia la vita interiore, sempre più divorata dalla mondanità e dalla ricerca di mete nutrite di illusioni e apparenze. Non mancano in questo libro le osservazioni e i suggerimenti rivolti a una psichiatria che sappia farsi carico dei silenzi del paziente e della sua domanda di ascolto. Non mancano spunti personali, e richiami alla poesia come accesso privilegiato all’interiorità. Ma soprattutto non mancano l’intensità e l’intelligenza con cui Eugenio Borgna sa creare un colloquio con i suoi ormai innumerevoli lettori.
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