Contributi a una cultura dell’Ascolto CAMMINARSI DENTRO (269): «L’emozione è la madre del pensiero»

________________________________________________________________

Sabato 3 settembre 2011

Sono partito oggi dalla seguente affermazione: «l’emozione è la madre del pensiero» per tornare sull’opera di Ignacio Matte Blanco, in cui sarebbe stata rinvenuta da Silvia Biferale e Rita Toti (Il corpo della voce, la voce dell’ascolto), per risalire a Sartre e a Marianella Sclavi: in questione erano le emozioni, di cui mi preme fissare la portata e l’azione nella relazione d’aiuto.

Le sette regole dell’arte di ascoltare di Marianella Sclavi:

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi. Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai com-prendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sè.

L’enfasi assegnata alla quarta regola proposta da Marianella Sclavi corrisponde all’esigenza di approfondire la questione delle emozioni degli operatori implicate nella relazione d’aiuto.

Prenderò da lontano l’argomento. Il giorno 8 luglio 1970 ho acquistato il volume di Sartre edito da Bompiani che comprende L’immaginazione (pp.9-140) e Idee per una teoria delle emozioni (pp.143-198). Assieme a La trascendence de l’Ego. Esquisse d’une description phénoménologique (1938) – che tradussi dal francese per me – e a L’essere e il nulla, il breve saggio fu alla base della mia tesi di laurea, intorno alla quale lavorai per tre anni.

Il saggio Idee per una teoria delle emozioni risale al 1939. Lo psicoanalista cileno Ignacio Matte Blanco, in fondo alla sua opera maggiore – L’inconscio come insieme infiniti. Saggio sulla bi-logica, del 1975, edito da Einaudi nel 1981 – dedica un’importante Appendice a Sartre: L’emozione, il magico il «numinosum» e l’infinito. Un commento a Sartre (pp.509-515). Egli dichiara che Sartre è arrivato venti anni prima di lui alle stesse conclusioni, a proposito del carattere delle emozioni, e che l’opera di Sartre è suscettibile di notevoli sviluppi; che L’inconscio come insiemi infiniti procede ‘parallelamente’ all’opera sartriana, fornendo della natura dell’emozioni delle spiegazioni più accurate e verificabili. I riferimenti all’opera sartriana, cioè le citazioni che propone estesamente, ci guideranno nel nostro ragionamento.

L’emozione è una certa maniera di cogliere il mondo.

Ora possiamo intendere che cos’è un’emozione: è una trasformazione del mondo. Quando le vie tracciate diventano troppo difficili o quando non scorgiamo nessuna via, non possiamo più rimanere in un mondo così pressante e così difficile. Tutte le vie sono sbarrate, eppure bisogna agire. Allora tentiamo di cambiare il mondo; cioè di viverlo come se i rapporti delle cose con le loro potenzialità non fossero regolati da rapporti deterministici ma dalla magia… Questo tentativo… è, prima di tutto, l’apprensione di rapporti e di esigenze nuove.

Non insisteremo sulla collera… che è, forse, di tutte le emozioni, quella il cui ruolo funzionale è più evidente.

La gioia è una condotta magica che tende a realizzare per incanto il possesso dell’oggetto desiderato come totalità istantanea. Questa condotta è accompagnata dalla certezza che presto o tardi il possesso sarà realizzato e cerca di fare delle anticipazioni su questo possesso.

Ci troviamo di fronte ad una forma sintetica: «per credere» ai modi di condotta magici, ci deve essere un disordine corporeo.

Tuttavia l’emozione, come tale, non assorbirebbe in tal modo la coscienza se cogliesse sull’oggetto solo l’esatta contropartita di ciò che essa è noeticamente (per esempio, a quest’ora, sotto questa luce, in queste circostanze un uomo è terrificante). Costitutivo dell’emozione è il fatto che questa coglie sull’oggetto qualcosa di infinitamente traboccante nei suoi confronti. Infatti vi è un mondo dell’emozione… in cui il rapporto delle cose con la coscienza è sempre ed esclusivamente magico… Un mondo: cioè sintesi individuali che hanno rapporti reciproci  e che posseggono qualitàogni qualità viene conferita all’oggetto solo mediante un passaggio all’infinito. Per esempio, questo grigio rappresenta l’unità di infinite valutazioni (Abschattungen) reali e possibili di cui certe sarebbero grigio-verde, grigio visto a una certa luce, nero, ecc. Parimenti le qualità che l’emozione conferisce all’oggetto e al mondo, le conferisce per l’eternità. Certo, se improvvisamente colgo un oggetto come orribile, non affermo esplicitamente che resterà orribile per l’eternità. Ma la sola affermazione dell’orribile come qualità sostanziale dell’oggetto è già in se stessa un passaggio all’infinito.

La coscienza può «essere-nel-Mondo» in due maniere differenti. Il mondo può apparirle come un complesso organizzato di utensili tali che, se si vuole produrre un determinato effetto, si deve agire su determinati elementi del complesso. In questo caso, ogni utensile rinvia ad altri utensili e alla totalità degli utensili… modificare un utensile particolare e questo per mezzo di un altro utensile, che rinvia a sua volta ad altri utensili e così di seguito, all’infinito. Ma anche il mondo può presentarsi come una totalità non-utensile, cioè modificabile senza intermediario e a blocchi. In questo caso, le classi del mondo agiranno immediatamente sulla coscienza, le sono presenti «senza distanza»… Questo aspetto del mondo è del tutto coerente, è il mondo «magico». Chiameremo emozione una brusca caduta della coscienza nel magico. O, se si preferisce, c’è emozione quando il mondo degli utensili svanisce improvvisamente e il mondo magico compare al suo posto.

I corsivi sono tutti di Matte Blanco.

Nella struttura de L’inconscio come insieme infiniti all’emozione è riservata la parte sesta: La natura dell’emozione.

Capitolo ventesimo: Un approccio fenomenologico psicoanalitico-logico (pp.237-245)
1. Giustificazione
2. Emozione, feeling, affetto e sentimento.
3. L’emozione appare come un evento psicofisico.
4. Nei suoi aspetti puramente psicologici l’emozione non è una manifestazione semplice ma rivela almeno due componenti fondamentali.
5. Sommario.
6. Un confronto tra questa ed altre concezioni dell’emozione.

Capitolo ventunesimo: Un esame più dettagliato della sensazione-sentimento (pp.246-261)
1. Il problema della terminologia e delle sue implicazioni.
2. Il passaggio dalla sensazione-sentimento all’immagine ed alla percezione.
3. Sensazioni inconsce.
4. Introspezione e tempo. L’attenzione e i suoi oggetti.
5. La possibilità di sensazioni «pure».
6. Sensazione e pensiero: rapporto con la coscienza maculare e periferica.
7. La «temporalità» del pensiero e l’«atemporalità» dell’emozione.
8. Sommario

Capitolo ventiduesimo: Il secondo componente dell’emozione: il pensiero (stabilimento di relazioni) (pp.262-278)
Premessa
1. Alcuni esempi.
2. Il pensiero implicito nell’emozione comporta generalizzazione, massimizzazione e irradiazione.
3. Espressione in termini di logica simbolica.
4. Un esame più dettagliato della logica del pensiero emozionale.
5. Sommario, prospettive e significato di questa visione.
6. Un confronto con la letteratura su quest’argomento.
Un commento

Capitolo ventitreesimo: Il problema della misurabilità dell’emozione: formulazione generale. Sensazione-sentimento e misurazione (pp.279-293)
Premessa
Un avvertimento
1. Introduzione: un compendio e qualche commento.
2. Identificazione dello stimolo.
3. La sensazione-sentimento nel suo aspetto orientato verso l’interno: gli aspetti «interni» o intimi.
4. Un breve sommario.
5. La differenza tra sensazione-sentimento maculare e periferica nel loro rapporto con la misurabilità.
6. Sensazione-sentimento, percezione e immaginazione.
7. Ulteriori osservazioni sulla coscienza maculare e periferica nella sensazione-sentimento.

Capitolo ventiquattresimo: Il problema della misurabilità dell’emozione: emozioni come insieme infiniti (pp.294-304)
Premessa
1. La possibilità di misurare l’«aspetto di pensiero» dell’emozione. Emozione come insieme infinito.
Alcune riflessioni sulla «sedietà» (chairness) e sulla femminilità.
I vari infiniti impliciti nell’emozione.
2. Emozione: non-misurabile e misurabile. Emozione come matrice del misurabile e come matrice del linguaggio.
3. Emozione: insieme infinito intensivo ossia insieme infinito entro limiti finiti?

Capitolo venticinquesimo: La funzione di traduzione e il quantum di intelletto-emozione (pp.305-335)
Premessa
1. Un esempio clinico.
Analisi logica del caso.
2. Un commento sulla’«inserzione laterale dell’istinto sulla mente».
3. Breve commento sul livello di complessità logica di questa visione.
4. Presenza, densità ed interazione tra relazioni simmetriche ed asimmetriche.
5. Funzione di traduzione, «luce» e «buio».
Un’annosa questione: vi è pensiero nell’emozione?
Un concetto generale che comprende pensiero e sentimento.
La «luce» e il «buio» del pensiero e dell’emozione.
6. Un esame ulteriore della relazione tra essere simmetrico ed asimmetrico. Origine strutturale delle dinamiche.
Il «riversarsi» dell’emozione nel pensiero o l’«estrazione» del pensiero dall’emozione.
7. Vari aspetti del lavoro di traduzione osservati in un esempio clinico.
Commento preliminare sui dati riportati.
Emozione simmetrica e consapevolezza (coscienza) asimmetrica.
8. Il quantum intelletto-emozione.
9. Le potenzialità della funzione di traduzione e il significato delle relazioni interpersonali.
Possibilità di misurare l’emozione come insieme infinito.
10. «Dov’era l’Es, sarà l’Io» (Freud 1933).
11. Il ruolo rispettivo del sollevamento della rimozione e della funzione di traduzione. I due tipi di barriera.

Capitolo ventiseiesimo: Il ruolo dell’emozione nella concezione psicoanalitica (pp.336-340)

*
 

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.