NEWSLETTER – 7 ottobre 2008
Non c’è coordinamento in Europa. Ognuno va per conto suo nel fronteggiare la crisi. Col risultato che crolla la fiducia. Il summit di Parigi è stato inconcludente. Non perché non si potesse decidere nulla. Il coordinamento può partire dai quattro grandi. Speriamo che misure vengano decise nell’Ecofin e nel Consiglio Europeo di metà ottobre. Per mantenere viva la pressione sui governi continua la raccolta di firme sull’appello pubblicato da questo sito e ripreso dai principali media europei: sin qui 275 economisti europei lo hanno sottoscritto. Le banche italiane sono meno vulnerabili di quelle estere forse perché hanno già scaricato rischi sui clienti con disinvoltura: tassi variabili sui mutui immobiliari e investimenti a rischio a chi non ha la cultura finanziarla per esserne consapevole. Il nostro sistema bancario è inefficiente ed è il più costoso in Europa per i cittadini e imprenditori. Per gli Stati Uniti, dove il piano Paulson è alla sua seconda versione, ci si chiede se non sia giusto ed efficace un maggiore aiuto alle famiglie che non possono pagare i mutui.
Il piano sulla scuola del governo dovrebbe razionalizzare le risorse e riorganizzare la rete scolastica. Ma rischiano di essere risparmi solo sulla carta e manca un progetto educativo. Eppure le alternative ci sarebbero state.
300 parole
La Sapienza del familismo di Roberto Perotti
Lavoce.info sostiene Un’idea per l’economia, premio del Collegio Carlo Alberto di Torino. La proposta premiata nel primo semestre 2008.
Notizie dal sito
- IL CORAGGIO DI CAMBIARE LE REGOLE
Le risposte comunitarie alla crisi finanziaria sono ancora deboli e incerte. Bisogna rivedere l’organizzazione della vigilanza nell’area dell’euro. Ad esempio, i soli paesi che convergono sull’esigenza di trovare criteri comuni potrebbero istituire propri collegi di controllo sui gruppi che operano nei loro confini, fondati sul principio di maggioranza e sulla delega di poteri a un lead supervisor. Una sorta di vigilanza europea a geometria variabile. Ma anche in Italia è necessario semplificare l’architettura dei controlli, creando un’unica autorità.
- MA LA LIBERALIZZAZIONE DEVE PROSEGUIRE
di Francesco Daveri e Fausto Panunzi
argomento Finanza – Concorrenza e Mercati
Salvare le banche in difficoltà oggi non è abbastanza. Occorre continuare a favorire la concorrenza, anche facilitando l’ingresso di banche straniere che di solito apportano maggiore efficienza operativa. E si dovrebbe anche imporre l’offerta di alcuni contratti standard, per accrescere la comparabilità delle condizioni proposte da istituti diversi. E’ solo riportando nell’agenda politica la liberalizzazione del settore bancario che sarà possibile restituire alle famiglie e alle imprese una parte dei potenziali benefici del salvataggio.
- A SPESE DEL CLIENTE
di Luigi Guiso
argomento Finanza – Concorrenza e Mercati
Si dice che in America il capitalismo è sfrenato, mentre da noi si concedono meno prestiti, si cartolarizza di meno e non c’è stata la bolla immobiliare. Per questo le nostre banche sono più solide. Ma se gli americani sono un popolo di consumatori indebitati, gli italiani sono un popolo di risparmiatori. Ed è su questo versante che si fanno gli affari e qualche malefatta. Infatti, nel mezzo di una crisi finanziaria con epicentro del rischio nel settore bancario, i portafogli delle famiglie italiane sono zeppi di depositi e obbligazioni bancarie, nazionali e non.
- ALLA RADICE DELLA TEMPESTA PERFETTA
argomento Finanza – Internazionali
Dopo anni di deregulation e decenni di scarsi controlli, di sfiducia nei sistemi di prevenzione e di vigilanza sugli intermediari, la crisi del credito è scoppiata negli Stati Uniti e da lì si è estesa a tutto il mondo sviluppato. Le origini del problema sono dunque chiare. Il piano approvato dal Congresso punta a rimediare agli effetti e non alle cause della crisi. Per essere efficace dovrebbe invece ri-regolare i mercati e aiutare le famiglie incapienti con mutui. Tanto più che un programma di agevolazioni immobiliari alle famiglie avrebbe molteplici effetti positivi.
- LA SCUOLA DEI TAGLI SENZA UN PROGETTO
di Massimo Bordignon e Daniele Checchi
argomento Scuola e Università
Condivisibile l’obiettivo di una riduzione del personale e di una riorganizzazione della rete delle scuole. E probabilmente ragionevole una revisione degli orari di insegnamento almeno negli istituti professionali. Ma nel piano del governo manca un progetto educativo e non c’è alcuna valutazione delle conseguenze dei provvedimenti decisi. Sembra emergere solo la necessità di far cassa rapidamente. Gli stessi risultati si potevano ottenere con interventi alternativi, che non avrebbero colpito altrettanto pesantemente e casualmente l’offerta didattica. Il problema del sostegno.