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[Dalla quarta di co- pertina] Nella partita contro il bene, il male parte sempre in van- taggio grazie all’antica confidenza con la fra- gilità dell’uomo. Chi vuole annullare quel vantaggio deve ricono- scersi in quella debo- lezza, invece di pre- sidiare cattedre morali sempre più inascol- tate.
Senza un’élite competente e coraggiosa la politica muore. Ma questa spinta morale deve sapersi confrontare con la maggioranza degli uomini, misurarsi con la loro imperfezione, deve diventare politica. Come dimostra la figura del Grande Inquisitore, il male è un lucido conoscitore degli uomini e fonda il suo regno sulla capacità di coltivarne le de- bolezze. E sa adattarsi ai tempi, perché ha imparato a cambiare spalla alle sue armi: una volta esaltava la sottomissione, oggi offre con successo e su tutti i canali dosi crescenti di volgarità ed esibizionismo. Se vogliono far crollare questo potere, i migliori devono smettere di specchiarsi nella loro perfezione. Da sempre i Grandi Inquisitori usano questo sentimento di superiorità per isolarli da tutti gli altri, per ridicolizzarne l’esempio e ren- derli innocui. Chi spera negli uomini deve inoltrarsi nella zona grigia dove abita la grande maggioranza di essi, e combattere lì, in questo territorio incerto, le strategie del male.
INDICE
Prologo
Capitolo primo – La debolezza e il potere
La verità dell’Inquisitore
I pericoli dell’aristocratico etico
Avvelenare i pozzi
Capitolo secondo – La zona grigia
Il laboratorio del Male
La corruzione delle vittime
La fragilità, il giudizio e il perdono
Capire non vuol dire perdonare
Capitolo terzo – I nuovi interpreti della “Leggenda del grande Inquisitore”
Vecchi e nuovi Inquisitori
Sconfitta e redenzione
Il difficile statuto della soggettività
Le avventure dell’emancipazione
Epilogo
Quello che Cassano dice, e che viene ripreso nella quarta di copertina, è fin troppo eloquente per noi. Si tratta, ancora, però, di tornare all’origine del Male, per conoscerlo meglio e per avere armi adeguate per combatterlo oggi.
Alla base dell’opera, Il grande inquisitore di Dostoevskij e La zona grigia di Levi.
Ho ritrovato il primo testo alla pagina 358 de I fratelli Karamazov, edizione Sansoni del 1966, che conservo ancora. Sul frontespizio avevo scritto la data 6 settembre 1967. Da quel giorno avevo avviato la lettura, che andò avanti fino all’inizio delle lezioni universitarie a Roma.
La zona grigia compare a pagina 674 – e si estende per 30 pagine – del primo volume delle Opere, edite da Einaudi nel 1987.
Cassano fa riferimento esplicito ai due testi per indicare il soggetto della manipolazione delle coscienze e il territorio in cui occorre avventurarsi, per non lasciare al Male il suo vantaggio.
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