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Lunedì 26 marzo 2012
CAMMINARSI DENTRO (370): Le parole non si disperdano nel vento!
Immaginare un patto di fedeltà e stipularlo alla maniera antica, magari con un giuramento d’amore, può servire nel tempo. Senza cedere alle derive della propria epoca, che sconsiglierebbero giuramenti e patti e promesse, perché lo scarto tra le parole e le cose sarebbe ormai incolmabile e perché la parola non sarebbe più credibile alle nostre latitudini di pensiero, è urgente procedere alla maniera di Odisseo, che costruì il letto nuziale sul tronco di un albero e condivise il segreto solo con lei, con la donna che avrebbe saputo aspettare oltre ogni ragionevole dubbio.
Magari chiedere a lei di volere la sua vecchiaia può risultare inizialmente facile e vana richiesta, ma se ripeteremo ogni anno, per tutti gli anni, la stessa intenzione d’amore anche in mezzo alle incomprensioni più grandi e ai fraintendimenti più gravi, gioverà ‘alla fine’ a mostrare nella sua semplice purezza l’ingenuo sentire di un cuore animato da un affetto adulto che nulla chiede alle lusinghe dell’ora e alle attrattive della bella apparenza, per mirare a più sostanziali dialoghi d’amore, al confidente abbandono e all’attesa fiduciosa di chi ricorda il bene ricevuto.
Lei si abbandonerà alle schermaglie d’amore con una risposta ‘interlocutoria’: «Purtroppo, dovrò accontentarmi!»
Noi le diremo: «Rispondi con amore!»
Sentirsi dire poi: «Tu sei l’unica persona che vorrò accanto a me» è sufficiente come viatico per il tempo che verrà.
Potersi allontanare sicuri di essere amati e di poter contare sui giorni e i mesi e gli anni che restano aiuta a calmare i tumulti del cuore, che si ostina a chiedere ancora un amore che forse non è mai mancato, ma che avremmo voluto stampare a caratteri di fuoco nel cielo, perché si mostrasse sempre nella sua specifica evidenza a ricordare il tempo che non passa invano, perché l’essere non si risolva nel suo svanire.
Immaginare dialoghi di tal fatta non è peregrino elucubrare notturno, se le angustie della mente si scioglieranno nell’unico bene che costituisca l’unica verità, cioè che l’amore è sempre reciproco.
Nel tempo dell’usa e getta delle cose che non durano o che perdono presto il loro pregio, è indispensabile poter contare sugli affetti che durano.
E’ questa qualità l’unica che conti per un sentire adulto, mai pago di sé, perché le ragioni del cuore non stanno tutte nel cuore. La sua legge vuole che il bene lungamente vagheggiato e sognato e accarezzato sia condiviso con chi forse aspettava proprio noi per pronunciare parole di verità e di saggezza, a proposito dell’età ulteriore e dei suoi delicati istanti eterni e delle file di continuità che siamo impegnati a tessere pazientemente perché le nostre parole non si disperdano nel vento.