Spalancare le finestre

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Lunedì 10 settembre 2012

CAMMINARSI DENTRO (409): Le angustie della mente

La nostra angustia ci è sfuggita fin troppo. Da cinque anni, ormai, non facciamo altro che parlare di noi, delle nostre umidità gastriche, come avrebbe detto Sartre. Senza costrutto. Scrivere avrà fatto sicuramente bene a noi. Sarà stato ‘igiene mentale’. Saremo venuti in chiaro di noi stessi. Ma fuori di qui, nella vita di relazione, nelle relazioni significative tutto è andato peggio di come avremmo voluto.  Abbiamo avuto la conferma del fatto che la scrittura non serve a niente. Non serve, soprattutto, a farci amare (di più). Anche questo esercizio si è rivelato una pratica privata, solitaria. L’unico risultato conseguito è la chiarezza. Potremmo continuare all’infinito a mettere puntini sulle i – e lo faremo ancora! -, ma senza convinzione. Senza altra ragione, se non quella privata: si scrive per se stessi.

Anche se questa è solo una delle Rubriche curate, di certo è la più corposa. È quasi la ragion d’essere di questo sito. Oggi mi ritrovo a pensare che è angustia della mente, ormai, questo insistere sulla propria vita sentimentale. È tempo di spalancare gli occhi. Spalancare le finestre.

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Ritrovarsi per qualche decennio in una condizione di stallo, e addirittura vedere regredire la qualità della propria vita, e persistere nell’errore è forse cosa che meriti ancora analisi e approfondimenti? Ormai, è solo noia.

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