Trovare le parole

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Martedì 9 ottobre 2012

CAMMINARSI DENTRO (423): Non avete niente da dirmi

È importante trovare le parole, per riuscire finalmente a dire la cosa, quello che si agita dall’altra parte. O meglio, quello che si tace dall’altra parte. Insomma, del significato del silenzio abbiamo detto (quasi) tutto! Mancava da dire, forse, l’ultima possibilità, quella che da tempo immemorabile era sotto i nostri occhi, ma che non riuscivamo a vedere, perché troppo evidente, tanto che ci accecava: voi non avete niente da dirmi. Delle verità luminose, questa è la più luminosa. Tutte le volte che qualcuno ha qualcosa da dire lo dice: potrà tacere una speranza segreta, ma si leggerà nei suoi occhi e nel volto e negli atti quello che ‘nasconde’; se, più probabilmente, né dagli occhi, né dal volto, né dagli atti trasparirà alcunché, possiamo tranquillamente concludere che quella persona non ha niente da dirci.

Non sarà più difficile pensare questa ‘indifferenza’ o questa viltà, perché ha un nome: il nostro estinto significato. Una vanificazione, come direbbe il poeta Zanzotto. Quello che poteva tradursi in un incontro, in una relazione umana non è mai nato. Oppure, è venuto meno.

Ieri, 8 novembre 2012, sono riuscito a dire finalmente a lei, assimilandola alla schiera di cui è parte: voi non avete (più) niente da dirmi. A me queste parole sembrano bellissime, perché mi permettono di vedere chiaro quello che non riuscivo a vedere, a causa del potere distruttivo dell’illusione che, assieme alle altre due emozioni distruttive maggiori – la rabbia e il desiderio -, mi inducevano a persistere nell’errore: chiedere ancora e aspettare.

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