Rabbia illusione desiderio

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Martedì 9 ottobre 2012

CAMMINARSI DENTRO (425): Rabbia illusione desiderio

Nelle relazioni sentimentali avviate sulla strada del tramonto l’incidenza di illusione, rabbia e desiderio è di varia intensità e peso. Siamo abituati a considerare ora l’una ora l’altra emozione, più interessante volgere lo sguardo ad esse, appuntando l’attenzione su una in particolare, per vedere cosa accade quando nello stesso tempo sia operante un’altra delle due rimanenti. Sicuramente, il desiderio si fa ostinato nelle sue richieste ossessive, come se fosse dovuto un abbraccio o una più completa ‘seduta’ d’amore tutte le volte che ci sembra ragionevole abbracciare, toccare, penetrare…! Nelle cose d’amore una verifica severa sulle aporie del desiderio è data proprio dai riscontri negativi di cui si fa esperienza. 

La potenza dell’illusione sostiene sempre il desiderio. I ripetuti dinieghi, ad ogni nuova richiesta, saranno ‘oscurati’ da più benevole interpretazioni di ciò che non viene riguardato senz’altro come diniego. Ogni schiaffo in faccia si fa massaggio, addirittura carezza! Vediamo solo quello che vogliamo vedere. È un po’ come quando si chiede perché continui a stare con il partner alla moglie di un alcolista a cui sia stato spezzato un braccio dal coniuge abusante. Lei risponderà  press’a poco così: “Pasquale è buono, quando non beve”. Anche noi saremo portati a ‘ricordare’ soltanto il bene ricevuto, che sarà esercizio corretto tutte le volte che ci troveremo a sperimentare lunghe file di continuità, ma che sarà utile volgere nel suo contrario tutte le volte che ci ritroveremo davanti alla porta chiusa.

Una buona responsabilità nel nostro vacuo errare risiede nella convinzione che il desiderio sia la radice dell’amore, che abbia addirittura una sua autonomia. Un tempo ero convinto che fosse un primum assoluto, che non ci fosse prova più grande del fatto di nominare il desiderio di fronte alla propria donna: cosa poteva costituire prova più grande del fatto di desiderarla? Che dire poi della rabbia, che interviene puntualmente a sostenere ogni ‘mossa’ del desiderio, nel vano tentativo di spezzare incomprensibili resistenze? Solo l’alternanza con l’illusione – che possa cadere la resistenza con blandizie e complimenti – contribuisce ad attenuare la rabbia fino a depotenziarla.

In ogni caso, le emozioni si fanno distruttive quando non si riesca a vedere, ad accettare il nuovo che avanza. Ma ciò che c’è da vedere non ci si mostra sempre nella sua palmare evidenza! Occorrono occhi di seconda vista per dare un nome a ciò che pure ci accade di ‘vedere’. Se “Amore non è cieco, anzi insegna a vedere”, diremo qui che non ci conduce solo alla corretta visione del bene che riceviamo: nel tempo della miseria, ci sostiene nella contesa di sapienza: ci dice quando è tempo di tornare a casa, quando il nostro tempo è scaduto!

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