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Giovedì 11 ottobre 2012
UNA GIORNATA AL CENTRO DI ASCOLTO (0): La creatura è in ascolto (Massimo Cacciari)
All’ascolto come atto intenzionale di audizione (ascoltare significa voler sentire, in modo pienamente cosciente), attualmente si riconosce il potere, quasi la funzione, di esplorare terreni sconosciuti: nel campo dell’ascolto è incluso non solo l’inconscio, nel senso topico del termine, ma anche, se così si può dire, le sue forme laiche: l’implicito, l’indiretto, il supplementare, il differito. L’ascolto si apre a tutte le forme di polisemia, di sovradeterminazione, di sovrapposizione, disgregando la Legge che prescrive l’ascolto diretto, univoco. L’ascolto è stato, per definizione, applicato; oggi gli si chiede, piuttosto, di lasciar manifestare.
ROLAND BARTHES
Non solo e non tanto il resoconto fedele di un’intera giornata mi preme fare qui, quanto piuttosto riferire il senso di un Colloquio, la natura stessa dei Colloqui di motivazione, la suggestione di un frammento di senso rinvenuto nel disordine che contraddistingue l’esistenza spezzata, per far emergere progressivamente il significato e il valore di un’esperienza intersoggettiva.
Ascolto, Colloquio, Colloquio di motivazione, Esistenza (leggere anche 1, 2, 3), Intersoggettività (leggere anche 1, 2, 3) andranno ridefiniti qui, alla luce delle nuove conoscenze personali, che illuminano ad ogni passo il lavoro educativo in un Centro di ascolto. Negli anni dedicati all’ascolto il valore delle parole si è chiarito e fissato sempre più per me.
Chiamo esistenza spezzata non solo la condizione tossicomanica, che costituisce l’oggetto precipuo delle ‘giornate’ di cui parlerò, ma anche il danno, il disagio grave che talvolta colpisce chi è parte dei relativi sistemi di riferimento in cui le persone sono immerse.
‘Sempre in ascolto’ non significa ‘una vocazione all’ascolto’, una scelta di vita, una missione… Vengono in nostro aiuto le parole di Cacciari, che definisce addirittura la nostra condizione creaturale come segnata da un’attitudine, un atteggiamento fondamentale, che è propriamente l’apertura alle ragioni dell’altro.
Bertrand Russell ha definito la felicità come un “adeguare il ritmo dell’esistenza individuale al ritmo dell’esistenza universale”. Non l’esistenza collettiva, non l’immaginario di un’intera società o di un’epoca, della propria epoca… Piuttosto, l’esistenza universale, ciò che di universale c’è in ogni esistenza umana. L’esistenza in universale, quando essa esprime la sua natura, ciò che le è più proprio. Diremo, allora: “la creatura è in ascolto”, cioè “la creatura esiste, si mostra, dà a vedere la sua natura profonda quando si dispone all’ascolto”. Io trovo in questa apertura un motivo di felicità.
Noi siamo gli ‘ascoltanti’.
“Noi siamo un colloquio” (Eugenio Borgna).
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La nostra esperienza educativa si riassume nella pratica dell’ascolto, nella relazione d’aiuto, nella costruzione di reti solidali con le famiglie dei ragazzi che si rivolgono al Centro in cerca di aiuto, nella costruzione di reti sociali con gli altri Enti e con le Professioni d’aiuto operanti nel territorio.
Sigur Rós – Varúð (Valtari Mystery Film Competition) from Diogo Louro on Vimeo.