Acquisto e Povertà

_______________________________________________________________

Giovedì 1° novembre 2012

CAMMINARSI DENTRO (434): Acquisto e Povertà

Il mito è quello platonico di Poros e Penia. Poros ebbro, venendo meno alla sua natura di figlio di Métis, si congiunge con la Sete senza fine di Penia, col non-essere del soddisfacimento illusorio ed effimero, con la privazione e la miseria che succedono ad ogni apparente appagamento. Eros nasce da questo obnubilamento della potenza e pienezza dell’Essere. Pandora è il frutto di questo deragliamento dell’Essere, la donna del desiderio per la quale, secondo Esiodo, entra nel mondo la morte.

MASSIMO CACCIARI, Dallo Steinhof. Prospettive viennesi del primo Novecento, ADELPHI 1980, pag.171

L’amore preso sul serio non è un venticello primaverile, capriccioso e imprevedibile. Se c’è dell’imprevedibile, proviene dalla vita stessa, non dalla sua natura. Siamo noi gli imprevedibili. Sarebbe forse più corretto dire che siamo gli inesauribili. Stupisce sempre, infatti, l’atteggiamento di chi crede di sapere tutto del proprio partner, come se tutto fosse già stato detto e tutto dovesse ripetersi sempre uguale! In realtà, è la paura che detta la regola all’altro: “Non cambiare, non mostrare mai di te ciò che non mi sia già noto e familiare! Fa che io stia sempre bene. Donami la sicurezza di un amore caldo e accogliente, tenero e gentile! Non allontanarti troppo e non distinguerti troppo, fino al punto che io possa perderti di vista! Tieni a bada i tuoi demoni cattivi, perché io non abbia a soffrirne mai! Sii buono con me! …”

La piccola ansia che subito si impadronisce del soggetto amoroso di fronte all’oggetto d’amore ha la sua ragion d’essere nel fatto che l’altro non è oggetto ma, a sua volta, soggetto amoroso: vita attiva, lavoro, interessi, inclinazioni, modi di sentire, atteggiamenti che non coincidono quasi mai con quelli del partner.

Il grande equivoco che viene imbastito ai danni dell’amore si consuma fin dalle prime battute, quando si decida che siamo simili, che l’amore unisce, che può tutto, che quello che non ci piace cambierà o lo cambieremo! Una delle cose più orrende che abbia sentito risale a una performance di una moglie esperta della vita che ripeteva stizzita: “Sto insieme a quest’uomo da venti anni e in tutto questo tempo non sono riuscita a cambiarlo!”. Le resiste, si oppone, recalcitra. Eppure, lei possiede un’intuizione dell’amore che egli si ostina a non voler comprendere e fare propria. Il filosofo americano Davidson ha scritto un’opera che fin dal titolo è tutta un programma: Annullare la distanza uccide. E’ ‘distanza’ ogni differenza che ci divide, ci allontana, ci fa soffrire. Amore è questo: riconoscere come differenza la differenza e accettarla, cioè viverla come produttivo contatto e scambio. Oltre la guerra dei sessi, è vero amore accettare l’altro così come è. Fin dall’inizio. Senza farsi accecare dalla propria luce, dall’entusiasmo, dalla passione, dal sentimento che nasce. Amare è prendersi cura di un distante, di un lontano, nella ‘differenza in pace‘ che sola garantisce all’amore durata e certezza.

Insicurezza è la nostra insecuritas, è paura di perdere l’altro, perché dimentichi di noi, incapaci come siamo di accettare la nostra Povertà per cogliere dell’amore Acquisto, la dote che pure dobbiamo possedere per accostarci alla realtà dell’altro. Roland Barthes ha scritto severamente che senza cultura non è possibile nemmeno essere innamorati. Poros e Penia, Acquisto e Povertà. Se andiamo incontro all’amore ‘armati’ solo della nostra Povertà, cioè della mancanza da cui proveniamo tutti, rischiamo di mancare all’appuntamento, cioè di non incontrare veramente la realtà dell’altro, che sarà sempre un celarsi dietro le apparenze attraverso le quali pure si mostrerà e si donerà a noi. Acquisto è tutto ciò che viene a noi dall’altro, a cui dovremo dare il giusto significato, per non essere sempre e soltanto Povertà, cioè la marca di una mancanza.

Incertezza è scoprire la differenza e contemplarla come un irriducibile, perché vogliamo ridurre, assimilare l’altro a noi; perché vogliamo trasformare ciò che pure diciamo di amare.

Sicurezza è accettazione della realtà dell’altro. Così com’è. Questo è esattezza del sentire, maturità affettiva, capacità di rendersi felici. Crescita, trasformazione, cambiamento si danno dentro questo quadro ‘ordinato’. E’ il nostro ‘ordine del cuore‘ che rende possibile l’amore in tutte le sue forme.

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.