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Camminarsi dentro (25): C’è un tempo della vita che sfugge alle ingiurie del mondo.
C’è un tempo della vita che sembrerebbe non tempo, se non intervenisse il cuore a ribellarsi all’ingiuria del mondo, che mi vorrebbe rassegnato e fuori gioco, inerte e preso dal tedio, insofferente del lungo scorrere del tempo, che dovrebbe sancire solo la vita trascorsa e vissuta e compiuta ormai… Accade invece di svegliarsi con un più acuto sentimento del tempo, con la consapevolezza nota della brevità della vita, cosa che è tale per tutti, ma senza rimpianti. Con la saggezza che viene dalla riflessione ininterrotta e dall’esperienza del dolore, per cui il tempo trascorso è stato tempo vissuto con pienezza, e una parte grande di esso è stata donata agli altri con disinteresse e gratuità. Con questa saggezza, cioè con la consapevolezza di avere scelto il Bene e di averlo chiamato il Bene, è facile ricordare il Bene ricevuto. Fedele alla sentenza Chi non ricorda il bene che ha ricevuto non spera, posso dire che io ricordo; io so bene quanto ho ricevuto dagli altri. Mi muove la speranza. Penso al futuro. Guardo avanti e immagino altri giorni felici, vissuti cioè virtuosamente, senza affanni né irrequietezze. Dovrei sentirmi povero e infelice? Rimpiangere un tempo che poteva essere impiegato meglio? Io ho impiegato bene il tempo migliore della mia vita, perché ho insegnato a scuola al mattino e ho continuato al pomeriggio nel Centro di ascolto il lavoro educativo con i giovani.
C’è che questo tempo mi appartiene per intero, più di quanto non sia per chi mi riserva le sue ingiurie e magari vive ‘indaffarato’, come insegna Seneca, senza avere tempo per le cose belle e senza la capacità di godere di esse in pace. Tra queste ultime, ci sono le stesse cose di prima per me, nessuna esclusa. Se prima era scuola più colloqui pomeridiani nel Centro di ascolto, cioè lavoro educativo; ora è colloqui pomeridiani, cioè lavoro educativo, a cui si aggiunge lo studio più intensivo, la lettura, ma soprattutto la scrittura, accanto al lavoro educativo. Studio, lettura e scrittura sono finalizzati al lavoro educativo. Le ingiurie del mondo, allora, suonano oscure, ché non di me si parla quando si dice che sarei vecchio e pensionato, cioè fannullone, come amano dire i fascisti al governo, oggi.
Il tempo che viene è di una qualità speciale, sapido come i frutti d’autunno che siano stati lasciati maturare in pace. Questo tempo che mi viene incontro è fatto di musica, di luce, di dolci amici, di sogni probabili e lieti, di ricche letture e scoperte, soprattutto di scoperte. Perché il tempo che non è tempo è solo quello di chi non conosce lo stupore che si prova di fronte alla bellezza morale e con occhio malevolo si avvelena l’anima, invidiando la mia pace e la voglia di continuare a stupirmi delle cose belle. Lascio a chi sa solo ingiuriare la vita l’affanno e l’avidità del tempo che non basta mai, perché il suo impiego è segnato dall’assenza della compassione e dal tedio. Le persone stupide – cioè cattive – continueranno a cercarmi dove non sono. E’ bene che non sappiano dove maturano i frutti di questa stagione. Non si prenderanno certo cura loro del mio giardino! Ma non per questo verranno meno i colori e i profumi, che l’aria spande intorno anche per me.
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