Ciò che possiamo promettere

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Quando – come direbbe Cacciari – tentiamo di arrangiare le nostre dimore e su di esse si abbatte l’άρυτμος, l’immensurabile, cosa possiamo fare se non invocare gli dei perché abbiano pietà del nostro povero cuore, avendo escluso la rupe di Leucade come valido rimedio? cosa potremo promettere se non eterno amore, nel tentativo vano di fermare il corso impetuoso dei fiumi e di placare l’ira impaziente dell’amante? dove troveremo «ristoro ai dì mortali» quando il μεταξύ abbia abbandonato la nostra casa, lasciandoci sulla nuda soglia ad attendere?

Allora gioverà di aver saputo comprendere ciò che veramente possiamo promettere:

58. Ciò che si può promettere. Si possono promettere azioni, ma non sentimenti, perché questi sono involontari. Chi promette a qualcuno di amarlo sempre o di odiarlo sempre o di essergli sempre fedele, promette qualcosa che non è in suo potere; invece può ben promettere quelle azioni, che sono sì, di solito, effetto dell’amore, dell’odio e della fedeltà, ma che possono anche scaturire da altri motivi: giacché a un’azione conducono più vie e motivi. La promessa di amare sempre qualcuno significa cioè: finché ti amerò, compirò verso di te le azioni dell’amore; se non ti amerò più, continuerai a ricevere da me le stesse azioni, anche se per altri motivi, sicché nella testa del prossimo persiste l’illusione che l’amore sia immutato e sempre il medesimo. Si promette, dunque, di continuare nell’apparenza dell’amore quando, senza accecarsi da sé, si giura a qualcuno eterno amore. (FRIEDRICH NIETZSCHE, Umano, troppo umano, I, ARNOLDO MONDADORI EDITORE 1970, pag.58)

Allora sapremo che dall’altra parte la mano che ci sorreggeva c’è ancora, la fantasia che ci faceva esistere presso di sé continua a generare follia, e potremo illuderci ancora.

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