Vedi alla voce Exodus. Si potrebbe iniziare così a parlare dell’avventura di don Antonio Mazzi. Nel volume A come amore – Z come zizzania. Un nuovo alfabeto per comunicare in famiglia (edito da Mondadori nel 2006) don Antonio, in fondo alla voce Exodus, scrive:
Michelangelo diceva che «la bellezza è purificazione del superfluo», e noi che siamo abituati a un certo modo di mascherarci, di apparire, di fuggire, di stare insieme, abbiamo davvero bisogno di iniziare a «spogliarci», per rimettere a nudo la nostra bellezza.
Da qui comincia l’avventura di Exodus.
Nella fase acuta della dipendenza è accaduto talvolta che un genitore abbia fotografato il figlio, per fargli vedere la differenza dopo un anno o più di Comunità. Potremmo dire, per farci capire, che nella prima foto il ragazzo è decisamente brutto. Imbruttito, soprattutto moralmente: sul viso sono chiari i segni della stanchezza morale, dell’apatia, della noia, della rigidità delle emozioni. Accigliato, scuro, contrariato nella prima foto; disteso, luminoso, sorridente nella seconda.
Lo studioso di Estetica Sergio Givone, introducendo la disciplina, scrive che «la bellezza è tutta una questione di luce», salvo aggiungere che quella luce viene da dentro. Come il sorriso. E la serenità. E la pace. In sostanza, parliamo di bellezza morale.
Ognuno di noi è quello che è. Certo, Berlusconi è bello, oserei dire bellissimo. Io non posso competere con lui: mi sono rimasti pochi capelli. Ma non è solo su questo terreno che egli mi supera in bellezza. L’amore sconfinato che un numero crescente di Italiani prova per lui si spiegherà sicuramente con la sua bellezza. Ma noi parliamo qui di bellezza morale.
Ognuno di noi è quello che è. Un mio compagno di liceo era solito dire: «per ognuno c’è qualcuno». E con questo voleva dire: anche se sei brutto, qualcuno ti si porterà. Fuori di celia, occorre ammettere che non ci interessa quanto è stato teorizzato in materia di bellezza. Oggi poi, essa è piuttosto un prodotto artificiale, giacché è il risultato spesso di cosmesi e palestra…
I nostri ragazzi non escono da un Centro di bellezza. Dopo anni di sacrifici e di rinunce, non appaiono ‘rifatti’, truccati esteriormente. Brutti erano, brutti sono. Se erano brutti. Se erano già belli, il tempo e l’educazione non avranno contribuito certo ad accrescere la loro bellezza! Belli erano, belli sono.
La circostanza felice che si dà, invece, riguarda tutti i nostri ragazzi: quando escono dalla Comunità, se hanno fatto sul serio, sono tutti belli. Come dicevamo, traspare una luce nuova dai volti. Non più facce, semplicemente. Volti. Persone con una biografia. Ricordi, promesse, speranze, progetti. Sorridono, perché hanno imparato a perdonare. Prima di tutto, hanno perdonato se stessi. Poi, hanno perdonato gli adulti distratti. Hanno trovato pace. Nel loro cuore c’è la pace, ormai. Un bene così grande non potrà insidiarlo più nessuno. Hanno imparato ad amare i loro genitori così come sono. Ora sanno cos’è l’amore.
Non invidiano il Presidente del Consiglio per la sua bellezza. Hanno compreso che di un bene effimero si tratta, quando essa sia solo esteriorià, trucco. Ci vuole ben altro per ostentare ottimismo.
Senza soldi in tasca, per un paio di anni sono passati attraverso fasi di un progetto educativo che li ha visti sempre al centro dell’interesse e dell’attenzione., impegnati a migliorarsi moralmente, allenandosi a dare valore alle cose che durano. Soprattutto, però, hanno imparato a mettere gli altri al centro. Indifferenti alla cultura dominante, che è solo ‘spettacolo’ e intrattenimento, nel canto e nella danza, nel teatro e nello sport hanno sperimentato la presenza di valori alti. Lungo tutta la catena delle esperienze spirituali che si fanno in una scuola di vita, hanno trovato che è bello starci, fare insieme.
Questo volevamo dire oggi. Solo questo: è bello essere onesti (bellezza e giovinezza, soprattutto a settant’anni, non sono tutto). Onestà e amicizia. Nient’altro. Da esse discendono tutti gli altri valori. Solo chi sprigiona luce morale è veramente bello. E i nostri ragazzi sono belli. Tutti belli. Se mi si chiede cosa facciamo nei nostri Centri di ascolto e nelle nostre sedi residenziali, rispondo immancabilmente: noi produciamo bellezza.