Di fronte all’attacco finale allo Stato da parte della destra eversiva – che, attraverso il suo Capo, prepara l’instaurazione piena del regime, secondo il programma della P2 – la vicenda privata della famiglia Englaro è stata solo un pretesto per fare un passo avanti in quella direzione.
L’aggressione analoga alle istituzioni italiane da parte della Chiesa cattolica nella persona del Presidente della Repubblica – che avrebbe dovuto avallare gli intenti eversivi del miliardario-che-ride, firmando un decreto concepito ad uso e consumo della cultura della morte che essi incarnano – ricorda le parentele strette della Chiesa con tutte le dittature, con le quali ha prosperato, facendo i suoi affari e perpetuando un potere mondano del tutto estraneo alla religione.
Il corpo estraneo della Chiesa alla nostra democrazia – con la quale essa confligge apertamente ormai, giacché invita a calpestare le leggi e le sentenze passate in giudicato – è alleato strumentale della destra eversiva, da cui ha avuto molti guadagni economici. Avvalendosi dell’indebolimento dei legami sociali, a cui lavora scientificamente da oltre quindici anni lo schieramento reazionario, si ripresenta come forza che salva; in realtà, lascia con indifferenza che l’Italia precipiti nel baratro della dittatura telecratica berlusconiana.
Il carattere plutocratico del regime che avanza avrebbe dovuto indurre la Chiesa a stare lontana da ciò che si presenta ormai come il Male assoluto per il nostro Paese. Invece, essa è schierata al suo fianco: non se ne distingue mai, nonostante il governo sia pagano e legiferi contro i diritti umani, conservi la tortura – dopo essersene servito nel 2001 a Bolzaneto e alla Diaz -, disorienti le coscienze con la menzogna sistematica, attua politiche economiche criminali che nulla fanno per riequilibrare le sorti delle famiglie italiane.
La religione usata dalla destra come instrumentum regni non sconvolge le gerarchie romane, che evidentemente sono di destra. E’ conferma, tuttavia, – se ce ne fosse ancora bisogno – dell’inutilità sociale della religione stessa: affianca il Male, alimenta la sua cultura di morte, è indifferente ai diritti umani – per i quali si batte solo una parte di essa (ad esempio, Famiglia cristiana) – danneggia gravemente chi non fa parte dei suoi ranghi, realizzandosi anch’essa come espressione del Male.
La pretesa di imporre a tutti gli italiani l’alimentazione e l’idratazione artificiale, contro la loro volontà, porta la Chiesa a bollare come espressione di una cultura della morte chi non accetta supinamente le sue minacce. In realtà, oltre a costituire, con ciò, un pericolo per la democrazia, per la laicità dello Stato e per le nostre libertà, la Chiesa presenta il volto odioso e criminale di chi vorrebbe tenermi nelle condizioni in cui è stata tenuta Eluana.
Necrofilia è il termine che si addice a chi vuole tenere in vita i morti e se li accarezza e se li coccola, invece di farli riposare in pace, come dice di voler fare quando i morti non ne vogliono sapere di restare qui e se ne vanno, senza il suo consenso.
Ostile alla scienza da sempre, la Chiesa oggi si ritrova ad accettare paradossalmente le tecniche invasive che tengono in vita artificialmente.
I teppisti clericali che appoggiano queste posizioni criminali si spingono fino al punto di pensare e di sostenere davanti alle telecamere che le monache che hanno accudito Eluana sono le persone che la conoscono meglio, che l’hanno amata di più, che potevano bene continuare a tenersela così com’era…: necrofilia, appunto.