Ecco l’inchiesta che spaventa Berlusconi
di Claudia Fusani
l’Unità online
Questione di ore. Forse di giorni. Magari se ne riparla dopo il voto. E poi, quella che da settimane Berlusconi e il suo staff chiamano «l’incubo Napoli» tanto da far dire al premier «sono vicino a scoppiare ma non mollo», potrebbe materializzarsi. Nella forma, è l’ipotesi temuta a palazzo Chigi, di un provvedimento giudiziario che potrebbe coinvolgere Guido Bertolaso, il sottosegretario per l’emergenza rifiuti a Napoli a cui Berlusconi ha affidato le chiavi del paese e delle due scommesse cardine del mandato politico: rifiuti e terremoto. Il premier lo ha detto e ripetuto, «non ci sarà un altro 1994», un altro «golpe giudiziario». Il premier è teso, i suoi anche. Gli alleati sembrano in difficoltà. Bastava vedere, ieri mattina, l’imbarazzo con cui da La Russa a Fini, da Letta a Schifani, hanno glissato sul ritardo del premier alla parata ai Fori e sui frequenti pisolini in diretta tv.
L’incubo Napoli, quindi. Più che altro un intrigo che vede sul tavolo quattro inchieste sui rifiuti.
1) Il governatore Bassolino e i vertici Fibe e Impregilo sono a processo per frode, truffa, falso e abuso nella gestione dello smaltimento di rifiuti.
2) A gennaio sono state rinviate a giudizio 25 persone con l’accusa di non aver mai lavorato le ecoballe e averle smaltite illecitamente. È il processo “Rompiballe” dove è a giudizio anche il braccio destro di Bertolaso Marta di Gennaro.
3) Nello stesso procedimento sono indagati, per le stesse ipotesi di reato, anche Bertolaso e il prefetto di Napoli Alessandro Pansa. La loro posizione però è stata stralciata e avocata il 24 luglio 2008 dal procuratore Lepore. «Perché servono altri approfondimenti» disse il n°1 della procura a cui, tra l’altro, la legge speciale sui rifiuti per la Campania affida la competenza esclusiva di tutte le inchieste. Diversa la versione data dall’aggiunto De Chiara: «Lepore mi ha detto che la sua scelta è stata compiuta per non intralciare l’attività del governo sull’emergenza spazzatura». Un contenzioso che ha coinvolto 64 sostituti della procura (su 86) contro il procuratore e che stamani sarà discusso dalla Prima Commissione del Csm. Dello stralcio deciso da Lepore non si sa più nulla. Se non che Bertolaso è stato interrogato in aprile, ha ammesso «di sapere che gli impianti non realizzavano ecoballe» ma che «le attività tecniche erano tutte gestite dalla vice De Gennaro». I sostituti chiedono al Csm di verificare, temono pressioni politiche sulla procura, denunciano che il 26 marzo, all’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, Berlusconi «ha elogiato i vertici di Impregilo perché hanno resistito agli attacchi della procura». Il procuratore era lì. E c’è rimasto.
4) Infine la quarta inchiesta, quella per cui Bertolaso nei giorni scorsi ha accusato la procura di aver interrogato i due generali a capo della missione rifiuti trattandoli «come delinquenti». I sostituti Noviello e Sirleo, e non il procuratore, indagano sul fatto che oltre agli impianti Cdr sono stati commissariati anche i siti di stoccaggio. Questo non era previsto nel decreto rifiuti. E a capo dei generali c’è il sottosegretario Bertolaso.