Il mio interesse per l’Angelo nasce dal bisogno filosofico di illuminare le vie di accesso all’Invisibile, che per me è l’anima dell’altro.
Il 17 luglio VITO MANCUSO ha spiegato Perché l’uomo ha bisogno di credere negli angeli. Sono partito dalla sua recensione per passare alla lettura di Catherine Chalier, Angeli e uomini, Giuntina 2009 e a quella di Anatole France, La rivolta degli angeli, Meridiano zero, Padova 2009.
La pubblicazione de La rivolta degli angeli e di Angeli e uomini mi ha spinto a raccogliere in uno spazio dedicato le conoscenze sugli Angeli, sulla loro natura, più che sulle credenze umane. Spero che altri mi aiuteranno a curare quello spazio: http://www.facebook.com/pages/Angeli/119564521783. Angelologia. Raccolta di testi e immagini. Recensioni.
Nella Biblioteca civica della mia città pochi giorni fa ho scoperto per caso Le ballate dell’angelo ferito di Guido Ceronetti.
L’idea di un angelo ferito nasce forse in Ceronetti dal ricordo delle cadute più terribili, quelle di uomini e donne che si sono separati dalla loro natura celeste per contaminare la terra con il freddo del loro cuore. Eppure, di angeli si tratta ancora. Il mistero del cielo è racchiuso nell’immagine dolorosa di quella ferita. Quale balsamo mai basterà a lenire il sussulto scomposto che ha fatto cadere il cielo?…
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GUIDO CERONETTI, Le ballate dell’Angelo ferito, IL NOTES MAGICO 2009
Con questo libro vengono pubblicate per la prima volta le celebri ballate di Guido Ceronetti recitate in molte strade d’Italia, applaudite in piccoli e grandi teatri in quarant’anni di invenzioni con il Teatro dei Sensibili. Dell’Angelo Ferito il grande poeta trascrive il passaggio e lo musica.
‘È possibile, ma non c’è nessuna certezza, che l’Angelo Ferito mi abbia guidato la mano.
Tuttavia i testi gli appartengono come le vergini medievali al signore feudale, lasciate libere dopo la notte dell’angelo di appartenere a chiunque – perciò il teatro di strada è la loro destinazione elettiva. Più c’è spettacolo più c’è ballata, più c’è ballata più c’è Angelo Ferito’.
HUGO SIMBERG, L’angelo ferito, 1903
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BALLATE, FERITE D’ANGELO
Il mio Angelo Ferito nasce da un incrocio tra una pittura con questo titolo presso un museo di Helsinki e un romanzo di Herbert George Wells, La visita meravigliosa, del 1985. La pittura è di quelle nordiche di fine XIX (è del 1903) che come l’Isola dei Morti di Böcklin emanano una tristezza in bilico tra lo struggimento e il disgusto, attrattiva e repulsiva insieme.
Due ragazzi dall’aria inguaribilmente ottusa stanno trasportando lungo un lago un angelo bianco, seduto e curvo, su una rudimentale barella. L’angelo ha gli occhi bendati e un’ala lievemente macchiata di sangue. Con una delle mani poste sulle aste della barella stringe un piccolo mazzo di fiori selvatici. E’ biondo e fa ritenere che appartenga decisamente, senza equivoci, al genere femminile. Dove lo porteranno quei due tonti? Spero non ad un Pronto Soccorso cittadino, ma in una casa di contadini, col rischio però che pur curandolo in qualche modo finiscano per denunciarlo ad un’Autorità ostile sia agli angeli che agli ingenui che credono alla realtà della loro esistenza, minacciosa per l’evoluzionismo darwiniano.
The Wonderful Visit è uno dei capolavori di Wells: terribile è l’esperienza umana di un angelo caduto per uno sparo in una campagna paludosa. L’autore si giustifica così: io mi interesso dei fatti in questione senza avere il desiderio e la presunzione di spiegarli… Dice: «Le spiegazioni sono le illusioni di un’età scientifica. E il fatto principale del caso è questo: da un mondo meraviglioso, dove sono ignoti il dolore e i sospiri, cadde a Siddermonton Park, il 4 agosto 1895, un angelo, portando con sé lo splendore di quel mondo…». Non mi stupisce che il fatto riportato da Wells sia accaduto nel mese di agosto, mese tragico e arcano, propizio alla caduta e al ferimento degli angeli, e io chiudo questa raccolta di ballate popolari il 10 agosto, quello della caduta nel cielo notturno dei globi luminosi e, probabilmente, degli angeli.
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