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Ieri Marco è morto.
Era domenica. Eppure, era andato a lavorare. E’ precipitato dal tetto di un capannone alto dieci metri, che ha ceduto sotto il suo peso, nonostante l’imbracatura e la cintura che lo proteggeva.
Nonostante i suoi trentacinque anni e l’amore ostinato che lo proteggeva è morto.
Era uno dei nostri ragazzi. Gentile e spaventato, come tutti. Insonne e ansioso di lei. Premuroso e sollecito, come i padri.
Era un giorno caldo e assolato, e lei lo aspettava a casa. Eppure, è morto.
Angelo ferito anche lui, è caduto.
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