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Una versione “al femminile” di Dies Irae, che differisce da quelle celeberrime di Mozart e Verdi, così maestose, così corali, che sprigionano potenza come quella che puo’ essere una devastazione, una fine del mondo, in questi versi attribuiti a Tommaso da Celano. Questa splendida versione di Cecilia Chailly, viceversa, è più “intima”, giocata su un dualismo che unisce due opposti. Questo dualismo è nel colore delle due candele, la bianca e la nera: sacro e profano ma anche demonio e santità, peccato e virtù, amore e odio, eros e thanatos. Tutti aspetti che spesso si sovrappongono fino a coincidere e a confondersi.
DIES IRAE
Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sibylla.
Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus!
Harpa mirum spargens sonum
per sepulcra regionum,
coget omnes ante thronum.
Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.
Nil inultum remanebit
Rex tremendae majestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me fons pietatis.
Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis:
voca me cum benedictis.
Gere curam mei finis.
Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla:
teste David cum Sibylla.
(Trad.)
Giorno d’ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco,
come affermano Davide e la Sibilla.
Quanto terrore ci sarà,
quando verrà il giudice,
per giudicare tutti severamente.
Un’ arpa che diffonde un suono meraviglioso
nei sepolcri di tutto il mondo,
chiamerà tutti davanti al trono.
La morte e la natura stupiranno,
quando la creatura risorgerà,
per rispondere al giudice.
nulla resterà ingiudicato.
Re di tremenda maestà,
tu che salvi per tua grazia,
salva me, o fonte di pietà.
Confusi i maledetti,
gettati nelle vive fiamme,
chiama me tra i benedetti.
Prego supplice e prostrato,
abbi cura della mia sorte.
Giorno di lacrime, quel giorno,
quando risorgerà dal fuoco
l’uomo reo per essere giudicato.
Giorno d’ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco,
come affermano Davide e la Sibilla.