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Caro D’Andria,
Caro D’Andria,
.ho seguito e studiato le sue posizioni negli ultimi mesi e ho deciso, con un ritardo che non esito a definire colpevole, di aderire alla sua richiesta recente di appoggiare la battaglia da lei intrapresa, di affiancarla nel difficile compito politico, di diffondere le conoscenze da lei accumulate in un campo che ci vede sicuramente sguarniti mentalmente, se consideriamo la natura delle conoscenze stesse.
.Qualche mese fa è morta di cancro mia suocera. In Ospedale, un medico ha avanzato un’ipotesi: che la crescita, che andrebbe verificata nel tempo, dei tumori nel Comune di Alvito possa essere (stata) determinata dalla diossina sprigionata dalla combustione notturna – da lui osservata ripetutamente – di rifiuti in una stalla abbandonata.
.Le notizie che da tutto il mondo ci raggiungono sullo stato dell’ambiente; la pericolosa manipolazione del cibo, nonché la sua adulterazione a fini di lucro; l’impotenza dei cittadini, che tendono a delegare ai governi le scelte, assieme ad altri fenomeni a tutti noti inducono in me non più il vecchio pessimismo dell’intelligenza da accompagnare con l’ottimismo della volontà, ma un improvviso moto di ribellione. Temo che si stia facendo sempre più tardi. La nostra civiltà tende al tramonto, ché non riusciamo a ricreare gioiosamente la vita, preservandola dai nostri vizi e dai nostri eccessi. Mi sembra che le nostre volontà siano paralizzate, anestetizzate, forse sedotte dalle sirene dell’economia che, con i suoi segnali altrettanto preoccupanti – se pensiamo alla precarietà del lavoro e agli sconvolgimenti indotti dalla ‘globalizzazione’ selvaggia -, spinge troppo forse a mettere la sordina alle questioni dell’ambiente e della salute.
.A sessant’anni di età, dopo un infarto, e costretto a vivere con un bypass, ho scoperto lentamente quanto sia difficile occuparsi veramente della propria salute: non è un mistero solo il fatto che un tossicomane non smetta quasi mai di abusare delle sostanze, se non costretto dalle circostanze; è ancor più misterioso il fatto che le persone ‘normali’ non smettano di fumare, di bere…, pur sapendo a cosa vanno incontro.
.Mi induce a prendere la parola un sentimento nuovo: la presa di coscienza del pericolo che corro. Penso al mio nipotino Michele, ai miei amici, alle persone fragili che sicuramente assieme a me soccomberanno, in presenza di un’aggressione come quella che si profila all’orizzonte per la nostra salute.
.Avrei desiderato che si piantassero migliaia di alberi, perché l’aria pulita è importante quanto Dio. Invece debbo fare i conti oggi con la tenebra diffusa da forze più sottili e impalpabili, che si nascondono dentro di noi e che ci impediscono di stringerci per mano, per costruire una catena solidale intorno alle nostre case, ai nostri affetti, ai ragazzi che attendono da noi chiare parole di verità su quello che accade nel mondo, per poter depositare sulle nostre certezze emozioni positive, invece di inacidirsi nelle vane attese e nelle illusioni.
.Domani porterò in classe ai miei alunni di prima e di terza liceo una copia del documento che ho sottoscritto e tra un po’ lo spedirò al loro indirizzo di posta elettronica assieme all’esposto da lei prodotto, perché i loro genitori studino meglio la situazione e provino a pensare ancora un po’ se per caso non stiamo sbagliando a lasciare che venga fatto ciò che non lascerà intatto l’ambiente in cui viviamo.
.Siamo bombardati dalle giuste rimostranze di chi, nel mondo cattolico, è impegnato a difendere strenuamente la vita nascente. Tale difesa abbraccia idealmente il nascere e il morire: ogni tempo della vita, tutta la vita come cosa sacra.
.Come si può trascurare poi il dispiegarsi della vita stessa, la sopravvivenza delle persone tutte, nel momento in cui insidie per niente oscure minacciano la vita stessa? In nome di che cosa si tace? Siamo veramente fedeli al principio della sacralità della vita?
.Sono un insegnante a pochi passi dalla pensione, per niente convinto che il silenzio politico sia segno di prudenza e di equilibrio o di sicura conoscenza: ai miei alunni non nascondo le conoscenze che acquisisco quotidianamente con i miei studi. In questo modo, contribuisco a far crescere in loro la consapevolezza della durezza dei tempi: occorre scegliere, ma per farlo è importante essere sostenuti da vera conoscenza, da onestà intellettuale e da coraggio civico. Possiamo decidere per noi e per coloro che verranno, senza essere assolutamente certi che nemmeno uno di noi pagherà con la vita per le scelte economiche di oggi?
Gabriele De Ritis
Via Francesco Vanni, snc
SORA
Via Francesco Vanni, snc
SORA
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Alla Procura della Repubblica di Cassino
Alla Procura della Repubblica di Cassino
Egr. Sig. Procuratore Capo Dott. Izzo
Egr. Dottoressa Siravo
Con la presente il sottoscritto Sig. DE RITIS GABRIELE, residente in via Francesco Vanni, s.n.c., SORA, intende appoggiare la richiesta di indagine effettuata dal sig. Maurizio D’Andria e a Voi consegnata, circa le avvenute modalità dell’esonero della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale applicata dalla Regione Lazio a favore della Soc. Burgo Group SpA, stabilimento di Sora per l’impianto “turbogas” da questa prossimamente messa in opera.
Ritengo che le motivazioni e la documentazione apportata dal Sig. Maurizio D’Andria siano meritevoli di un Vostro approfondimento di indagine giacchè, sembrerebbe che si possono ipotizzare diverse illegalità o “manchevolezze” se non addirittura, “appropriazioni indebite” di competenze e/o relativo “conflitto di attribuzione” delle stesse che come dimostra l’esposto e la documentazione allegata (particolarmente la perizia giurata depositata), risulterebbe piuttosto di competenza del Ministero dell’Ambiente che della Regione Lazio.
Visto poi la centralità dell’impianto in un contesto altamente abitativo, le sue notevolissime emissioni inquinanti in aria (PM 2,5 e PM 0,1 oltre che PM 10) ed in acqua fortemente cancerogene, il sottoscritto teme per la propria salute e per quella dei suoi familiari giacchè non risulta effettuata l’obbligatoria procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.).
Con questa mia pertanto, vorrei invitarVi a non escludere alcuna ipotesi di verifica delle questioni elencate nell’esposto su detto e a approntare le eventuali misure cautelative e coercitive (se necessarie) onde salvaguardare il rispetto della legalità e della salute pubblica.
Distinti saluti
SORA lì, 18 aprile 2008
Dichiaro di aver ricevuto copia dell’esposto presentato dal Sig. Maurizio D’Andria a questa Procura della Repubblica, di averla letta e di condividerne le istanze di denuncia.
In fede
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