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Come medici ci interessa solo rinviare la morte? Non dovremmo essere interessati anche a ridurre la paura invece di esacerbarla e a dare importanza alla salute, invece di indebolirla? – E’ la contingenza – caso, fato, incertezza – a rendere bella la vita. E’ la verità indiscutibile che non ci è dato sapere cosa accadrà domani a renderla appassionante, che abbiamo preso o no l’aspirina. – Iona Heath.
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Di ritorno da una riunione a scuola, dove ho trovato una copia de il manifesto di oggi in Sala dei professori, mi sono fermato a leggere per strada fino in fondo un’intera pagina culturale dedicata al volume di IONA HEATH, Modi di morire.
Di ritorno da una riunione a scuola, dove ho trovato una copia de il manifesto di oggi in Sala dei professori, mi sono fermato a leggere per strada fino in fondo un’intera pagina culturale dedicata al volume di IONA HEATH, Modi di morire.
L’immagine, che occupa quasi una metà della pagina, è una riproduzione in bianco e nero di una litografia di Edvard Munch, Morte nella camera, sulla quale campeggia la parola soglie.
Una striscia grigia annuncia la pagina e propone le parole di SAUL BELLOW: La morte scredita, il massimo successo è sopravvivere.
Il testo, che è un piccolo saggio personale sul tema, è intitolato Di fronte all’ultima scadenza il coraggio di uno sguardo sereno. L’autore è lo storico ADRIANO PROSPERI.
Il collega che legge il manifesto ha l’abitudine di regalare il giornale dopo averlo letto. Dunque, posso conservare nella giusta cartellina la pagina culturale ritagliata, avendo già acquistato il volume di Heath, che ho divorato in una notte insonne.
Heath introduce nella cultura italiana, dove morte ed eutanasia sono solo il luogo dello scontro ideologico, i pensieri di una diversa cultura. Porta soprattutto una voce pacata che parla serenamente della morte e del rapporto che un medico dovrebbe avere con i morenti.
Ora, in questa Italia dei nostri tempi non solo è sempre più difficile vivere ma è anche e soprattutto difficile morire. Come tutti sanno, da noi stenta ad entrare nel costume civile la liceità dei mezzi per diminuire la sofferenza dei malati terminali: ed è emerso in casi clamorosi quanto sia arduo disporre della propria vita con l’aiuto dei medici anche quando la malattia non ha nessuno sbocco salvo la morte.
Le autorità della Chiesa influenzano in molti modi i comportamenti dei medici e il funzionamento delle istituzioni per imporre a tutti un’idea della vita e del dolore che appartiene ai soli cattolici, ma che intanto invade il terreno della sanità pubblica e influenza il comportamento degli operatori sanitari e delle autorità civili.
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