La risposta è nell’opera di Roberto Esposito, nella considerazione biopolitica dei processi politici come processi immunitari (dei ricorrenti tentativi di immunizzazione del corpo sociale) messi in opera dal potere politico.
La domanda è domanda di sicurezza, legittima nel popolo quando venga colpito direttamente da fenomeni di violenza più o meno grandi, eccessiva – calcolatamente isterica – nei politici, che si serviranno delle occasioni offerte dalla cronaca per riproporre formule sempre più forti, per arginare o addirittura per ‘guarire’ le malattie da cui è affetta la società. Io mi meraviglio del quotidiano la Repubblica, che ha dedicato un’intera prima pagina all’emergenza stupro a Roma, una notizia inconsistente, perché inesistente una tale emergenza: non c’è un assalto in corso di orde di stupratori! Tutti i rimedi propalati propinati e dati in pasto non serviranno a niente.
A proposito dell’insistenza con cui si mette l’accento sulla natura etnica del violento di turno, il Coordinatore della Comunità di S.Egidio ha ricordato quanto fossero violenti gli italiani emigrati in America all’inizio: la violenza era generata in gran parte dalla mancata integrazione, dalla società che li respingeva. Generalizzando, si potrebbe dire che da noi gli isterici creano il mostro, lo aiutano a moltiplicarsi; generano violenza. E non risolveranno nessuno dei problemi che agitano. L’enfasi data alla notizia accresce solo le emozioni; collude con il sintomo, cioè dice al popolo: la tua paura è reale, il rischio è grande, io ho il rimedio; seguimi, si tratta di fare scelte restrittive in materia di libertà civili, ma in compenso tu sarai un po’ più sicuro a casa tua.
2 luglio 2008