Quando sta male chi è sano di mente.

AUGUSTO CAVADI, Quando sta male chi è sano di mente. Introduzione alla consulenza filosofica (Rubettino, Soveria Mannelli, 2003). Il titolo del saggio introduce bene all’idea della Consulenza filosofica o delle Pratiche filosofiche.
Ad esse si dedicano oggi filosofi accademici e insegnanti di liceo, ma anche i cosiddetti ‘cultori’ della disciplina non abilitati all’insegnamento, che possono esercitare la nuova professione del Consulente filosofico, dopo aver seguito Corsi tenuti dalle Scuole che sono nate e che godono di riconoscimenti ufficiali ormai.
Umberto Galimberti
ha il merito di averne fondato una per primo in Italia. Si tratta di
PHRONESIS – Associazione italiana per la consulenza filosofica. Dalla nascita dell’Associazione ho osservato le sue attività e le sue pubblicazioni. Gli incontri tenuti lontano dalla mia città e la mancanza di tempo materiale per seguire il Corso di formazione mi hanno impedito di conseguire il titolo rilasciato dalla Scuola e di accedere all’Albo dei Consulenti.
Pur non potendo esercitare ufficialmente la professione del Counselor, devo dire che ogni insegnante, non solo quello di Filosofia, ogni Educatore, ogni adulto consapevole di fatto è Counselor. E lo diventa tutte le volte che si accosti all’Ombra, cioè alle manifestazione basse, negative, problematiche dell’esistenza altrui, per recare conforto, ma soprattutto per indicare vie da seguire.

La data del 2007 è importante: coincide con la pubblicazione presso la Casa editrice Apogeo, nella Collana Pratiche filosofiche, dell’opera di MARIA TERESA CASSINI e ALESSANDRO CASTELLARI, La pratica letteraria.
INTERROGARSI ATTRAVERSO LA LETTURA SU SE STESSI E IL MONDO

INTRODUZIONE, pag.IX :

Questo libro è nato dal desiderio di percorrere il senso di due domande che Umberto Galimberti ci pose in un articolo apparso su Repubblica nel dicembre 2004 all’uscita di La consulenza filosofica di Gerard B. Achenbach, uno dei volumi che hanno inaugurato questa collana: «Le nostre sofferenze psichiche, i nostri disagi esistenziali dipendono sempre da conflitti interni, da traumi remoti, da coazioni a ripetere esperienze antiche e in noi consolidate come vuole la psicoanalisi, o qualche volta, e magari il più delle volte, dipendono dalla nostra visione del mondo troppo angusta, troppo sclerotizzata, troppo irriflessa per consentirci da un lato di comprendere il mondo in cui viviamo e dall’altro per reperire un senso per la nostra esistenza e quindi delle buone ragioni per vivere in accordo con noi stessi? Se questa seconda ipotesi è vera, perché non prendere in considerazione una ‘terapia delle idee’?»

Angustia della mente, apatia dei sensi, aridità del cuore. Se queste spesso sono le ragioni delle nostre sofferenze e dei nostri disagi, le gabbie in cui ci dibattiamo o in cui ci ottundiamo, una efficace “terapia delle idee” è offerta anche da quella che, per analogia con la pratica filosofica di Achenbach, si può chiamare la pratica letteraria.

Al pari di quella filosofica, la pratica letteraria modifica la sfera del conoscere e del sentire, espande la comprensione della realtà, rende il pensiero più flessibile, più duttile, più problematico.

Come la filosofia, la letteratura, anche se con procedure discorsive completamente diverse, suggerisce e propone percorsi di senso, favorendo esperienze conoscitive profonde e offrendo al pensiero nuovi orizzonti.

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Le mappe che intendo proporre con questo sito non sono altro che connessioni trovate da me, legami tra le cose, significati ai quali ho avuto accesso. La domanda di senso che contraddistingue il nostro tempo va prendendo i colori scuri della malinconia e della depressione. Sarà opportuno distinguere – come ho sempre fatto con i miei alunni – l’accidia dalla malinconia e dalla depressione. I tre piani di realtà a cui quelle tre ‘categorie’ corrispondono non andranno confusi. Operare distinzioni è già una mossa della ragione, un esempio di quella terapia delle idee che ognuno di noi può esercitare con l’aiuto della Letteratura e della Filosofia, come della Musica e delle altre attività spirituali dell’uomo che valgano a raggiungere la sensibilità degli altri, per entrare in contatto con essa, per avere scambi emotivi e costruire con gli altri percorsi di senso che portino lontano dal dolore e dall’insensatezza del mondo.

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