«Meglio uno di destra che va con le donne, di quelli di sinistra che vanno con i culattoni». E’ d’obbligo affermare che queste parole sono state attribuite al ministro Bossi dalla stampa di oggi, 29 giugno 2008: non si è certi di nulla in Italia. Ammesso che siano state pronunciate dal padano esattamente così, viene da pensare: perché si esprime con la lingua degli Italiani, invece di ricorrere alla lingua del suo popolo, che sarà sicuramente più vera e potente…? Il contenuto di quanto raccolto dentro i ‘caporali’ fa pensare
- che stranamente solo gli uomini di destra vanno con le donne – nessuno che sia di sinistra esprime preferenze per le donne -;
- che non conosco persone di sinistra in quanto tali che vadano con i culattoni;
- che la qualifica di culattoni, per quanto pittoresca, – un po’ come quella di padano – non aggiunge nulla alla condizione umana e sociale delle persone in oggetto: nel novembre 2007, infatti, la Repubblica delle Donne alludeva a «I 5 sessi. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono uomo, donna, gay, lesbica, trans».
E’ come se il padano mi accusasse di essere uomo, cioè maschio! Che dire? Non so, è imbarazzante per lui. Non fa ridere! A me non fa ridere! E non mi sembra un insulto. Mi sembra, piuttosto, la proiezione delle sue paure. Per questo, temo che il padano abbia bisogno di cure; che qualcuno si prenda cura di lui; che, soprattutto, gli spieghi il significato delle parole. Se qualcuno volesse obiettare a me il fatto che c’è tanta gente pronta a ridere a quelle parole e a dare valore di verità ad esse, non posso che confermare quanto detto per lui: si raccomandano robuste cure psichiatriche e corsi contro l’analfabetismo di ritorno. L’italiano non è un’opinione.