Infosfera

   Le ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) stanno mutando la natura vera e propria, e in tal senso il significato stesso, della realtà, trasformandola in un’infosfera.

   Infosfera è un neologismo coniato negli anni Settanta ed è basato sul termine “biosfera”, che fa riferimento a quella limitata porzione del nostro pianeta caratterizzata dalla vita. Si tratta anche di un concetto in rapida evoluzione.

   A un livello minimo, l’infosfera indica l’intero ambiente informazionale costituito da tutti gli enti informazionali, le loro proprietà, interazioni, processi e reciproche relazioni. È un ambiente paragonabile al, ma nello stesso tempo differente dal, cyberspazio, che è soltanto una sua regione, dal momento che l’infosfera include anche gli spazi d’informazione offline e analogici.

   A un livello massimo, l’infosfera è un concetto che può essere utilizzato anche come sinonimo di realtà, laddove interpretiamo quest’ultima in termini informazionali. In tal caso, ciò che è reale è informazionale e ciò che è informazionale è reale. È in questa equivalenza che hanno origine alcune delle più profonde trasformazioni e delle sfide più rilevanti di cui faremo esperienza nel prossimo futuro riguardo alla tecnologia.

   La transizione dall’analogico al digitale e la crescita esponenziale di spazi informazionali in cui trascorriamo sempre più tempo illustrano con massima evidenza il modo in cui le ICT stanno trasformando il mondo in un’infosfera.  Entrambi i fenomeni sono noti e non richiedono ulteriori spiegazioni, ma una breve osservazione può tornare utile. Questa radicale trasformazione è dovuta anche alla fondamentale convergenza tra strumenti e risorse digitali. Gli strumenti (software, algoritmi, database, canali e protocolli di comunicazione, ecc.) hanno oggi la stessa intrinseca natura delle loro risorse (e dati grezzi da manipolare), con cui sono pertanto perfettamente compatibili. […]

   Il digitale ha a che fare senza sosta e senza interruzioni con il digitale. Ciò potenzialmente elimina una dei più persistenti colli di bottiglia dell’infosfera e, di conseguenza, produce una graduale eliminazione della frizione informazionale. […] Consideriamo la formula “frizione informazionale” come espressione della difficoltà che l’informazione può incontrare nel fluire dall’emittente al ricevente. […] Tutti noi conosciamo bene taluni aspetti quotidiani di un’infosfera priva di frizione, come lo spamming (per cui ogni email fluisce in modo potenzialmente incontrollato). Tale “superconduttività di dati” ha almeno quattro effetti importanti.

   In primo luogo, stiamo assistendo a una sostanziale erosione del diritto di ignorare. In un’infosfera sempre più priva di frizione, diventa gradualmente meno credibile asserire di non conoscere qualcosa allorché si è posti a confronto con eventi facilmente prevedibili e fatti difficili da ignorare.

   In secondo luogo, vi è una crescita esponenziale della conoscenza comune.

   In terzo luogo, l’impatto dei due precedenti fenomeni è in rapida crescita, poiché la meta-informazione relativa a quanto l’informazione sia, fosse o avrebbe dovuto essere disponibile sta diventando estremamente diffusa.

   Ne discende anche che stiamo assistendo a un costante aumento delle responsabilità degli agenti. Quanto più ciascuna informazione è distante appena un click, tanto meno saremo scusati dal non averla ricercata.

LUCIANO FLORIDI, La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Raffaello Cortina Editore 2014, pp.44-45

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