Padre nostro, perché non sei soltanto padre mio? Non dirmi che sono egocentrico, emotivo, adolescente. Ho tanto bisogno di sentirmi posseduto dalla tua paternità. Non sarò geloso se, dopo, sarai anche padre degli altri. Ho bisogno per un attimo di rapirti, annusarti, come si annusano i gigli, le rose, i tulipani. Voglio annusarti per portarmi dentro il tuo profumo di padre. Sei stato per troppo tempo nei cieli, ora ti voglio per terra, ti voglio vicino, voglio tenerti per mano, cantare, camminare,dormire insieme, sentire il tuo respiro. Il cielo è troppo lontano. Senza di te, qui, il cielo è inutile e la terra un inferno. Ascoltami: padre mio che sei qui in terra, mangia con me non solo il pane quotidiano, ma anche l’aceto quotidiano, sorridi con me quando perdono, piangi con me quando sbaglio… Allontana le tentazioni, perché mi sento tanto debole, troppo debole.Anche con te vicino ci sono troppi lupi in giro che dissacrano il tuo pane, che avvelenano il tuo vino, che deridono la tua misericordia. Ti prego resta qui con me. Abbà!
[dalla quarta di copertina di Mattutini,
di don Antonio Mazzi]